31 marzo 2006

Basic Instinct 2


Sono passati quattordici anni da quando un rapidissimo flash tra le gambe di Sharon Stone le aprì una carriera da grande Star di Hollywood.
Oggi, a distanza di più di una decade, il seguito di Basic Instinct si discosta poco dall'originale, dimostrando che il tempo passa per tutti.
Paradossalmente l'interprete principale, scolpita dalla chirurgia plastica è meno afflitta dall'incedere degli anni rispetto ad una sceneggiatura intricata e noiosa, obbligata a dare spazio a scene di sesso 'estremo' talmente sforzate da apparire ridicole fantasie da terziario arretrato.
Tutto inizia dopo una folle corsa in macchina quando un famoso giocatore di calcio — testuali parole del film — 'fa godere' la Tramell mentre sfreccia a 180 all'ora tra le strade di Londra. Al di là del fatto che sia lei a guidare e la macchina non abbia il cambio automatico (un particolare aerodinamico non secondario...) chi ha mai scorazzato con l'automobile nella capitale inglese sa bene che 'godere' in quella città è trovare un parcheggio senza che ti multino dopo due minuti. In più l'espressione di godimento della protagonista la porta a 'fare delle facce' di fronte alle quali sarebbe difficile per ogni uomo mantenere 'serietà e impegno'. Soprattutto perché la donna guida con una gamba quasi fuori dal finestrino e — al tempo stesso — scala le marce...
E dire che questa sequenza 'esplosiva' prima dei titoli di testa è anche la cosa migliore del film insieme alla fotografia che dona un tono vittoriano alla moderna Londra di oggi. Subito dopo la Tramell viene interrogata dalla polizia e — in seguito — affidata all'analisi di un piacente psichiatra recentemente divorziato. Da lì una serie di delitti e di bugie costituiscono la trama di Basic Instinct 2 che situazione pruriginosa dopo situazione pruriginosa, annoia lo spettatore per due ore, tra colpi di scena talmente repentini e incredibili da lasciare aperto il finale del film e disinteressato il pubblico all'andamento della narrazione.
Una pellicola tipicamente anni Novanta, un thriller al limite del pornografico (ma nemmeno senza quella spensieratezza ingenua che caratterizza il porno...) in cui Sharon Stone è presente più o meno svestita in pressoché ogni fotogramma con la sua non sana aria eternamente sexy di chi 'la sa lunga' e le sue curve da "Silicon Valley".
La Catherine Tramell del 2006 non è una predatrice, ma una donna che ispira compassione per le scemenze che dice e per il qualunquismo comportamentale al limite del bipolare. Un personaggio che sembra rimasto 'congelato' negli ultimi venti anni e riportato sullo schermo senza che nulla fosse con la sua aria da seduttice tutta ammiccamenti e mossette.
Altro che politicamente scorretto: Basic Instinct 2 è una farsa con qualche tono patetico in cui assistiamo alla crisi di una grande diva costretta a riprendere il ruolo più importante della sua carriera, pur di tentare di salvare una carriera compromessa sfortunatamente in parte dalla malattia, ma — soprattutto — da pessime scelte di film. A parte il recentissimo Broken Flowers di Jim Jarmusch che aveva lasciato sperare in un cambiamento 'stroncato' purtroppo, come il pubblico del resto, dal punteruolo di Catherine Tramell...

Da quando sembra alcune scene del film sono state già censurate...
Leggete questo articolo tratto da Panorama del 09/03/2006 (grazie alla collaborazione del mio amico Giuseppe).

30 marzo 2006

Uno dei tanti motivi per cui non voterò la sinistra...

Grazie alla segnalazione del mio amico Beppe, ho letto su questo blog una cosa davvero molto interessante:

Prodi, nel dibattito con Berlusconi, ha affermato che introdurrebbe il servizio civile obbligatorio.Obbligatorio ?!?!?!?!?Dopo che il Centro Destra ha abolito la leva, dopo che, finalmente, i giovani possono risparmiare un anno di “buco”, dopo che finalmente l’Italia si è dotata di Forze Armate professionali, dopo che ci hanno rotto l’anima con la “solidarietà” e con le organizzazioni che spillano soldi (e li chiedono anche allo stato, cioè a tutti noi) pur essendo “volontariato”, adesso vogliono obbligarci anche a fare beneficenza ?Piuttosto pensiamo ad una Guardia Nazionale che serva la Patria in armi, con continui richiami di aggiornamento, su base volontaria e che sia preposta anche ad intervenire in occasioni di calamità od emergenze naturali.Ma l’obbligo di aiutare la vecchietta ad attraversare la strada poteva essere partorita solo da menti disturbate: persino nei lontani tempi in cui (primi anni sessanta) frequentavo la parrocchia, quello era un “fioretto”, rigorosamente volontario !Che senso ha la beneficenza obbligatoria ?Probabilmente lo stesso significato catartico (o presunto tale) che hanno le beneficenze ostentate da tanti pubblici personaggi (la maggior parte di sinistra) che in questo modo pensano di ripulirsi la coscienza.Evidentemente loro pensano che siamo come loro e che abbiamo qualcosa da farci perdonare e nella loro abituale forma mentis penitenziale, basata sulla intrinseca tristezza e povertà intellettuale, non trovano di meglio che puntare a rendere tristi anche le nostre vite.E mentre Prodi parla di felicità futura, ci prepara la gabbia entro la quale canalizzare e intristire la nostra vita.Se fosse necessario averne una in più, ecco l’ennesima ragione per votare Centro Destra il 9 e 10 aprile: vogliamo vivere liberi di fare o non fare beneficenza, non vedere scandita da regole e obblighi l’intera nostra esistenza.

Se non ci credete leggete qui nel programma dell'Unione.

29 marzo 2006

La mattina del "sole nero"


Durante le eclissi di Sole nell’antica Cina si battevano forte i tamburi per scacciare gli spiriti maligni che oscuravano la luce; i Maya del Messico sacrificavano sull’altare del Sole i prigionieri di carnagione pallida; i babilonesi, invece, banchettavano con abbondanza convinti che il fenomeno non fosse affatto nefasto ma, al contrario, annunciasse presagi favorevoli. Stamane, attorno a mezzogiorno e mezzo, quando in Italia circa la metà del Sole era coperto dalla Luna, c'è stata l'eclissi di sole. L'eclissi è stata parziale in Italia, ma totale in Africa e in Oriente, dove il Sole è scomparso alla vista per qualche minuto.
Un’eclisse di Sole si verifica quando la Luna Nuova si interpone esattamente lungo la congiungente Sole – Terra. Sulla Terra, chi si trova lungo la stretta fascia attraversata dall’ombra della Luna vede l’eclisse totale; chi invece si trova nella più ampi a fascia di penombra vede l’eclisse parziale. Stamane l’eclisse è stata totale per gli abitanti di uno stretto corridoio d'ombra, che intercetta Africa Occidentale e Settentrionale, Turchia, Grecia e Asia Centrale . Tutto attorno, Europa inclusa, si è accontantata di un’eclisse parziale. In Italia il fenomeno ha avuto il massimo dell’evidenza verso la mezza nelle regioni del Sud, dove la Luna coprirà fra il 60 e il 70% del disco solare.
L’Uai, oltre a coordinare le osservazioni dei numerosi appassionati in Italia, ha organizzato una spedizione nella fascia della totalità, in una località posta tra la Libia e l’Egitto, con due campi base attrezzati per la ripresa e la trasmissione a distanza delle immagini. Gli astrofili dell’Uai sperano di cogliere gli istanti della centralità dell’eclisse, quando il Sole viene ricoperto del tutto dal disco lunare e attorno al bordo lunare compaiono fenomeni luminosi di rara bellezza chiamati con i nomi suggestivi di corona, anelli di diamante e perle. In Italia le varie delegazioni regionali dell’Uai hanno organizzato anche manifestazioni aperte al pubblico in piazze, ville o osservatori privati.

26 marzo 2006

Umilia la figlia sul Web, lei si vendica online

Non sopportava più quella stanza sempre in disordine, inzeppata di cose messe alla rinfusa, mai al loro posto. Un'insofferenza comune a tanti padri di adolescenti. Solo che Steve Williams, un inglese che fa il programmatore di computer a Whitehaven (Cumbria), è arrivato a un livello tale di esasperazione che dopo l'ennesimo rimprovero inascoltato alla sua Claire ha deciso di dar sfogo al suo senso di impotenza su Internet. La trovata? Mettere la disordinata alla berlina nel cyberspazio divulgando le immagini della sua «tana incasinata» nientepopodimeno che in un sito creato ad hoc. Con tanto di commenti dei navigatori, tra lo sconcertato e l'ironico. Del tipo: «C'è una stanza da qualche parte?» si legge per esempio su www.shameit.com.

«Se le mie parole rimbalzano a vuoto, chissà che facciano breccia quelle del popolo della Rete» deve aver pensato il malcapitato. Ma l'umiliazione pubblica riservata alla figlia, una ventenne studentessa di economia, si è rivelata una vittoria a breve termine: la vendetta della figlia infatti non si è fatta attendere. Per tutta risposta, con tanta rabbia e poca fantasia, per la verità, la ragazza ha creato a sua volta un sito che ritrae il padre in una molteplicità di foto imbarazzanti.

La cosa bizzarra è che sono stati gli amici di lui a fornire alla ragazza le immagini compromettenti: mentre balla sbronzo con una borsetta, nel suo garage pieno di cose gettate alla rinfusa. «Erano dispiaciuti per Claire e non hanno esitato a prendersi gioco di me» ha commentato il signor Williams al Guardian. Che comunque qualche risultato lo ha ottenuto: «La camera di Claire per ora non è immacolata, ma è cento volte meglio di prima» racconta sollevato. Ma la vera sorpresa è stato il successo incredibile, inaspettato, che ha registrato il suo sito: oltre 38mila i contatti registrati nei primi due giorni. E poi articoli e interviste. Del resto a suo modo è stato un pioniere: ha trasformato il cyberspazio in un'arena per le faide tra genitori e figli.

Fonte: Corriere della Sera

24 marzo 2006

Final Destination 3

Oggi esce in Italia "Final Destination 3". Ho visto i primi 2, il primo è senz'altro carino, il secondo è ripetitivo, vedremo il terzo...Intanto godetevi il trailer.

22 marzo 2006

Inaugurazione nuova Sede della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali a Pesche

Stamane, alle ore 10.30, si è tenuta la Cerimonia di Inaugurazione della Nuova Sede della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali a Pesche. Il Magnifico Rettore, Prof. Giovanni Cannata e il Presidente della Giunta Regionale, On. Angelo Michele Iorio, hanno aperto la manifestazione con il tradizionale taglio del nastro. Ospite d’onore il Prof. Fiorenzo Mancini, Presidente dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali che ha offerto una propria “lecture” dal tema Selva mediterranea: nostro orgoglio e privilegio.

Dalla prossima settimana andrò a seguire le lezioni in questa nuova struttura, devo dire, onestamente, davvero molto accogliente, speriamo bene...A proposito, come al solito ho immortalato alcune fasi dell'inaugurazione.
Ecco a voi le foto...scusate per la qualità, ma sono state fatte con il cellulare.
Altre foto le trovate sul sito dell'università a questo indirizzo.




Ingresso Università(1)

Ingresso Università(2)

Ingresso Università(3)

Piazza della Scienza

Coro

Aula Galileo Galilei

Aula Informatica1

Aula Informatica2

Aula Mainarde

Bandiera Unimol


Bar

Laboratorio di Fisica


















Questo è invece il servizio di Telemolise.

20 marzo 2006

Usi e abusi della cocaina

Secondo me è stata tutta colpa del papa. Non quello nuovo. E neanche quello precedente. Ma uno di nome Leone XIII vissuto nel diciannovesimo secolo. Non solo faceva uso di cocaina, ma la pubblicizzava. Accettò addirittura di apparire su un manifesto in cui era rappresentato mentre consegnava una medaglia d’oro al fabbricante di quel "tonico" che portava sempre con sé in una fiaschetta, per fortificarsi quando la preghiera non era sufficiente.
Come vedremo, esiste un legame diretto tra Sua Cocaina e i dati dell'International narcotics control board secondo i quali in Gran Bretagna le persone che hanno usato la cocaina sono più numerose che nel resto del mondo. Circa il 6,8 per cento degli adulti britannici ammette di averla provata, rispetto al 4,9 per cento degli spagnoli, che occupano il Secondo posto. A dimostrazione della sua diffusione, due ragazze di 14 e 15 anni sono state espulse perché sono state trovate a sniffare cocaina nei bagni della scuola di Crawley, nel West Sussex. Oggi il 2 per cento dei britannici - la stessa percentuale degli statunitensi - fa regolarmente uso di cocaina, che ormai è diventata la droga più diffusa negli ambienti alla moda.

Naturalmente si potrebbe andare più indietro di Leone XIII e prendersela con gli inca. Gli abitanti dell'area compresa tra Colombia, Perù e Bolivia, dove si producono tre quarti della cocaina del mondo, masticano foglie di coca da migliaia di anni. Ufficialmente la coca era riservata alla famiglia reale, ma, come dimostrano alcuni reperti archeologici di sculture e ceramiche, era ampiamente usata anche dalla popolazione per motivi mistici, religiosi, sociali e curativi. Non la masticavano solo per le sue proprietà stimolanti - che cancellano la fatica e danno l'energia necessaria per affrontare le ripide salite nell'aria rarefatta di quella regione montuosa - ma anche perle sue qualità alimentari, poiché le sue foglie contengono vitamine e proteine.

Ai conquistadores la cosa non piacque. All'inizio gli invasori spagnoli vietarono la coca definendola "uno strumento del diavolo". Ma poi scoprirono che senza quel "dono degli dèi" gli indigeni non riuscivano a lavorare nei campi o a estrarre l'oro. Improvvisamente la coca fu legalizzata e anche tassata, e gli invasori cominciarono a tenere per sé un decimo dei raccolti. Le foglie erano distribuite ai contadini tre o quattro volte al giorno, durante le pause dal lavoro. E la chiesa cattolica cominciò addirittura a coltivarla.
Poiché le foglie sopportavano male il viaggio venivano esportate in Europa solo sporadicamente. Eppure le analisi effettuate su alcune pipe del diciassettesimo secolo, trovate nel giardino di Shakespeare qualche anno fa, hanno rivelato la presenza di residui di cocaina - il che forse spiega il riferimento alle “linee eterne" in un famoso sonetto, e il frequente uso del verbo "tirare" nel Re Lear. In epoca vittoriana la tecnologia aveva già fatto molti passi avanti. Nel 1863, il chimico italiano Angelo Mariani produsse un tipo di vino chiamato Vin Mariani, trattato con foglie di coca. Sperimentò il suo ricostituente su un'attrice depressa e i risultati furono spettacolari. L'etanolo presente nel vino serviva da solvente ed estraeva la cocaina dalle foglie, dando origine a un composto chiamato cocaetilene, che rafforzava decisamente l'effetto di entrambe le droghe.

Ogni oncia di Vin Mariani conteneva l’11 per cento di alcol e 6,5 milligrammi di cocaina. Probabilmente fu per questo che Leone XIII gli diede una medaglia. E non era l'unico ad apprezzarlo.
Gli scrittori lo adoravano. Henrik Ibsen, Emile Zola, Jules Verne, Alexandre Dumas e sir Arthur Conan Doyle ne andavano matti. Robert Louis Stevenson scrisse “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde” durante un trip da cocaina durato sei giorni. Anche i reali ne erano entusiasti. La regina Vittoria, il re Giorgio di Grecia, re Alfonso XIII di Spagna, lo scià di Persia e i presidenti americani William McKinley e Ulysses Grant, tutti ne facevano uso. L’esploratore polare Ernest Shackleton affrontò l'Antartide con un prodotto simile sotto forma di pastiglie e lo stesso fece il capitano Scott, sebbene con risultati meno felici. Auguste Bartholdi dichiarò che se avesse conosciuto prima il Vin Mariani avrebbe progettato la statua della Libertà diverse centinaia di metri più alta. Oltre alla generale sensazione di benessere che produceva, si dice che "rinvigorisse meravigliosamente gli organi sessuali".

La bibita più famosa del mondo arrivò più tardi. Un farmacista di Atlanta di nome John Pemberton si era già fatto il suo vino di coca personale. Ma quando con il proibizionismo l'uso dell'alcol fu vietato in tutti gli Stati Uniti, dovette sostituire il vino con una speciale ricetta a base di sciroppo di zucchero. La chiamò Coca-Cola: la bevanda della temperanza, "che presentava le virtù della coca senza i vizi dell'alcol", e la commercializzò come la bibita perfetta per “la nuova America turbolenta, fantasiosa, rumorosa e nevrotica”. Nella sua pubblicità Pemberton la definiva "una bevanda intellettuale" e "una delle bibite più gradevoli, rallegranti e rinvigorenti".

Ogni bottiglietta conteneva l'equivalente di un piccolo tiro di cocaina. All'epoca la cocaina si poteva comprare liberamente. Negli Stati Uniti, all'inizio del 1900, Sears & Roebuck vendevano un vino di coca peruviana che "corrobora e ristora il corpo e la mente, e può essere assunto in qualsiasi momento con perfetta sicurezza". La cocaina era ampiamente usata anche per curare il mal di denti e per produrre medicinali, uno dei quali - il rimedio perla febbre da fieno e il catarro - era costituito al 99,9 per cento da cocaina pura. A Londra, nel 1916, i magazzini Harrods vendevano un kit descritto come "un gradito regalo per gli amici al fronte": conteneva cocaina, morfina, aghi e siringhe.
Tutto questo fu reso possibile dalla scoperta di un sistema per separare l'alcaloide della cocaina dalla foglia. Il metodo fu perfezionato da uno studente tedesco, Albert Niemann, che distillò un alcaloide cristallino della serie del tropano dalle foglie della pianta. Questa versione più raffinata della droga innescava un effetto tonificante. inducendo il cervello a pensare che stava vivendo un'esperienza piacevole.

Come l'eroina e la nicotina, anche la cocaina agisce sul circuito cerebrale della gratificazione, inducendo maggiore lucidità mentale, più fiducia in se stessi, una sensazione di forza e di potenza sessuale. Questo effetto entusiasmava anche le grandi menti. Nel 1884 Sigmund Freud pubblicò il saggio Uber Coca, in cui affermava che la cocaina produce “una sensazione prolungata di euforia, che non differisce in alcun modo da quella di una persona in buona salute. In altre parole ci si sente normali ed è difficile credere di essere sotto l'effetto di una droga. Si riesce ad affrontare un lungo e intenso sforzo fisico senza alcuna fatica. Ci si sente bene senza nessuna delle sgradevoli conseguenze dell'assunzione di alcol”.
Più rapidamente è ingerita e più veloci e sensazionali sono gli effetti. A tal punto che Arthur Conan Doyle fa dire a Sherlock Holmes che "è così straordinariamente stimolante e rende così acuta la mente che i suoi effetti collaterali diventano irrilevanti". 0 per usare il linguaggio più popolare di un moderno consumatore di crack: "E’ come un orgasmo totale". Ma l'intensità di questa sensazione assolutamente diversa da qualsiasi altra esperienza umana ha un costo.

La natura, per usare le parole di un tossicodipendente pentito, è crudelmente avara nel dispensare il piacere. Più l'esperienza è eccitante, più il cervello soffre quando si rende conto che è già finita. Con il passare del tempo, ci vogliono dosi sempre più forti o più frequenti per ottenere lo stesso risultato. Inoltre, l'accumulo di dosi di cocaina può causare problemi neurologici e comportamentali, come vertigini, mal di testa, difficoltà di movimento, ansia, insonnia, depressione e perfino allucinazioni. Poiché la cocaina stimola le cellule del sistema nervoso centrale e del sistema cardiovascolare, nell'ora successiva all'assunzione il rischio di un attacco cardiaco aumenta di 24 volte. E molti dei pazienti ai quali Freud consigliava la cocaina per curare una serie di malattie finirono per assuefarsi alla droga.
Sul finire del diciannovesimo secolo, l'atteggiamento nei confronti della cocaina cambiò. Ormai era chiaro che creava dipendenza. Il suo uso cominciò a essere descritto come un vizio. La pubblica opinione fu presa dal panico. Nel 1903 L’American journal of pharmacy dichiarò che l’uso di cocaina era diffuso soprattutto tra “bohémien, giocatori d'azzardo, prostitute di tutte le razze, portieri notturni, fattorini, ladri, malavitosi, ruffiani e lavoratori occasionali".

Un funzionario del Pennsylvania state pharmacy board testimoniò che “la maggior parte delle aggressioni nei confronti di donne bianche del sud sono la diretta conseguenza dell'uso della droga da parte dei neri". Nel 1904 fu eliminata la cocaina dalla Coca-Cola. Il governo statunitense cercò di costringere la società a ribattezzare la bevanda ma, dopo un lungo contenzioso legale, il nome restò quello. La Coca-Cola company è ancora molto sensibile sull'argomento. Nel suo museo di Atlanta non si fa nessun cenno al fatto che la bevanda discende dalla magica pianta peruviana, anche se è ancora aromatizzata con foglie di coca dalle quali è stata tolta la cocaina.
Negli ambienti alla moda, invece, si continuò a usarla per tutti gli anni venti e trenta. Perfino Cole Porter la usava, anche se affermava di "essere sicuro che se anche facessi una sola sniffata mi annoierebbe a morte". Così come lo scrittore William S. Burroughs e l'attrice Talulah Bankhead, famosa per aver dichiarato: “La cocaina dà assuefazione? Ma certo che no. Io lo so bene. La uso da anni".
Comunque sia, nei decenni successivi, la cocaina fu messa in ombra sul mercato nero da stimolanti sintetici come l'anfetamina. I figli dei fiori degli anni sessanta scelsero invece la marijuana e l'Lsd. La cocaina ebbe un breve revival ma predominavano l'ecstasy, l'eroina, l'acido e le anfetamine. Alla fine degli anni novanta e all'inizio del ventunesimo secolo, negli Stati Uniti la cocaina ha avuto un ritorno di fiamma e nel 2003 le vendite nelle strade hanno raggiunto i 35 miliardi di dollari. E non appena il mercato statunitense si è saturato, i mercanti di droga si sono rivolti all'Europa.

La ricerca di effetti sempre più sconvolgenti comporta grossi rischi. Se viene fumata, la cocaina raggiunge il cervello entro cinque secondi, producendo un'eccitazione molto più intensa di quella che si avrebbe sniffandone la stessa quantità. Per fumare la cocaina pura, o freebase, si usa un solvente come l'etere dietilico.
Ma questa tecnica è pericolosa perché il composto è molto infiammabile, come ricorderanno i fan di Richard Pryor, che si diede fuoco nel tentativo di fumarla. E’ anche una tecnica che spinge il consumatore a eccedere nelle dosi, perché l'eccitazione dura una decina di minuti ma raggiunge il suo apice subito dopo l'inalazione del vapore. Il rischio di combustione spontanea ha portato alla creazione della forma più letale di cocaina nota come forfora del diavolo, rock, o semplicemente crack. In questo caso la cocaina è miscelata con l'ammoniaca o il bicarbonato di sodio fino a raggiungere un colore marroncino pallido. E’ la miscela che crea maggiore dipendenza, ancor più dell'eroina.

La cocaina è una sostanza che i farmacologi definiscono "a forte dipendenza". Lo dimostrano anche gli esperimenti sugli animali. Se è messa a loro disposizione, i topi da laboratorio ne fanno ampio uso. Sono addirittura disposti a sopportare le scosse elettriche e a rinunciare al cibo e all'acqua pur di averla. E’ dimostrato che la cocaina provoca dipendenza in modi simili all'alcol, ma è maggiore il numero di consumatori circa il 50 per cento - che alla fine ne diventa dipendente. Il problema è che non è possibile determinare quali saranno le vittime. “Tutti cominciano a usare cocaina in modo casuale", spiega il professor Adani Winstock del National addition centre. "Nessuno pensa che ne diventerà dipendente in cinque anni". La dipendenza dalla cocaina si sviluppa dopo circa tre anni di uso costante. Ma mentre per assuefarsi all'eroina ci vogliono circa sei mesi, per il crack bastano sei volte.
C'è anche un ulteriore pericolo che deriva dalla combinazione con altre droghe. Assunta insieme all'alcol, la cocaina causala formazione di cocaetilene nel fegato, che provoca una maggiore euforia ma fa anche aumentare il rischio d'infarto o arresto respiratorio. Assunta insieme all'eroina, in una miscela chiamata speedball o moonrock, la cocaina produce una rapida accelerazione del battito cardiaco, ma quando l'effetto svanisce, l'eroina rallenta il cuore e si rischia l'arresto. John Belushi e River Phoenix sono morti per una dose di speedball. Assunta con una piccola dose di chetamina ne riduce l'effetto allucinogeno e paralizzante. Ma se la dose è alta, può anche uccidere.

La maggior parte delle persone che la usa per divertirsi è convinta che non cadrà mai in queste trappole. Dopo cena fanno passare intorno al tavolo un piattino con delle strisce di polvere - "una fila di soldatini bianchi" per usare le parole di un habitué - come i loro nonni avrebbero fatto circolare una bottiglia di Porto, o i loro genitori uno spinello. Molti ne assumono la stessa quantità per lunghi periodi senza diventarne dipendenti. Sarà per un colpo di sfortuna se scopriranno che il 25 per cento degli infarti nelle persone tra i 18 e i 45 anni sono causati dalla coca, e forse non sapranno mai che facendo uso regolare di cocaina corrono sette volte di più il rischio di avere un infarto rispetto a chi non la usa.
Ma per alcuni arriva il momento in cui il divertimento diventa bisogno e poi ossessione. Spenderanno quasi tutti i loro soldi per acquistare la droga. Passeranno la maggior parte del tempo pensando a come procurarsela. A causa del loro comportamento allontaneranno da sé familiari, amici e colleghi.

La strada che conduce alla dipendenza è un piacevole sentiero in discesa. Quella per uscirne è in salita e molto più faticosa.

Fonte: Disinformazione

18 marzo 2006

Mission Impossible III


Il 5 maggio 2006 l'avventura contina...da non perdere!

Ecco il sito ufficiale: http://www.missionimpossible.com/

16 marzo 2006

Intervista a Paolo Onofri

Riporto l'intervista fatta a Paolo Onofri, padre del piccolo Tommaso, tratta dal Corriere della Sera.

Il papà di un bimbo rapito raccoglie materiale pedopornografico. Non è logico ipotizzare un nesso tra le due cose?
«So quello che si dice di me. Ma chi detiene un coltello non è Jack lo squartatore. Non necessariamente, almeno».
Però dopo 14 giorni, questa è l'unica scoperta di rilievo. «Quando si è in una certa situazione, gli investigatori scavano ovunque. Ognuno ha qualcosa in casa che non dovrebbe avere».
Ne è proprio sicuro?
«Io ho scaricato quelle immagini da Internet. Ma non ho dato nulla in cambio. Tantomeno le foto dei miei figli. Solo il pensiero mi fa schifo».
Perché allora?
«Mi piacciono le ragazze giovani, non le bambine. Ma tutto questo non centra con il rapimento di mio figlio. Ora l'ho confessato anche a mia moglie, che non ne sapeva niente».
Non deve essere stato un bel quarto d'ora.
«Non è stato facile. Siamo ancora provati. Ma ci siamo avvicinati. Questa situazione ci ha portato a superare piccoli tabù, segreti. Credo che lei abbia capito. Come io ho capito quel che lei scriveva nei suoi diari».
Eccoci. Ci sono frasi su questo suo segreto?
«Macché. Quasi ogni giorno metteva nero su bianco che io sono uno stronzo, che non era contenta di me. Tutto qui».
Ne vuole parlare?
«Io e mia moglie viviamo in due mondi diversi. Vite parallele che non si incontrano. Un problema difficile da risolvere, credo comune a molti coniugi che stanno insieme da tanto tempo. Ma ora sto scoprendo di avere al mio fianco una donna che non conoscevo. Donna e madre straordinaria. Piuttosto, non vi sembra che tutto questo parlare e indagare su di me allontani l'attenzione dalla ricerca di mio figlio, che è l'unica cosa che conta?».
Risponda lei.
«Spero che questo sia un modo per distogliere l'attenzione dalle vere piste che si stanno seguendo. Se è così, va bene anche questo».
È vero che sua moglie ha segnalato ai pm una anomalia da parte sua nell'acquisto del farmaco di Tommaso?
«Sì, è vero. Ma dopo la scoperta di quei files e la vita tremenda di questi giorni, è normale che abbia sospettato di me. Credo che almeno questo si sia chiarito».
Dopo le rivelazioni sul suo conto, come è cambiata la sua vita? «Vuole dire se mi sento completamente sputtanato? Sì, lo sono. La mia vita è distrutta, come uomo e come professionista. Ma se questo è il prezzo che devo pagare per portare a casa mio figlio, mi sta bene, lo pagherò».
La cantina di via Jacchia e del computer con i filmini è simbolo dei misteri di Paolo Onofri.
«Sono state dette molte cose non vere. Quella cantina l'ho comprata con mia moglie. Come potevo nasconderla? Con lei ci pago anche l'Ici sul modello unico. Ci va mio figlio più grande per studiare. L'avevo presa perché nella vecchia casa non avevo spazio. Un affare. Il salotto finito sui giornali è quello vecchio della casa precedente. Si è fantasticato sulle macchinine che ci sono dentro. Non sono dei bambini. È roba mia. Modelli da collezione, tutti in scala 1 a 43».
C'era anche il computer.
«Non funzionante. Vecchio, il primo dei tre che ho avuto. Lì non c'è il telefono, come facevo a collegarmi a Internet? Quel materiale l'ho scaricato da casa, molto tempo fa».
Ma è consapevole che le indagini sono concentrate su di lei? «Lo so. E lo considero un errore. Mi pesa essere al centro dei sospetti. Sto aspettando i risultati del Ris e della Polizia postale come una liberazione. Allora, forse, si potrà cominciare a cercare altrove».
In lei si cerca il movente di un sequestro inspiegabile.
«A parte il periodo da zero a cinque anni, di cui non mi ricordo, ho scandagliato tutta la mia vita. Risultati, zero».
I libretti di risparmio dei detenuti? Il riciclaggio?
«Ridicolo. Avete mai visto il libretto di un detenuto? Somme di 25, 30 euro. Il riciclaggio manco so cosa sia».
Lei ha debiti?
«Quelli ufficiali. Sto pagando un mutuo, ho chiesto l'anticipo sul Tf
per l'apparecchio dentale di mio figlio. Non sono ricco».
Un sequestro simulato, per ricavarne soldi?
«Perfetto. Scriva: se mi dovesse arrivare del denaro, lo darei in beneficenza. Non voglio niente, voglio solo mio figlio. E giuro su Dio che non so dove andarlo a cercare».
Non le sembra strano aver totalizzato cento ore di interrogatorio?
«Mi fanno sentire in colpa, al punto che mi sento davvero in colpa. Continuo a bruciarmi il cervello, chiedendomi che cosa ho fatto. Ma non trovo niente. Mi sento un contenitore vuoto».
Qualcuno che si vuole vendicare?
«Se fosse così, con tutto quello che sto passando, l'uomo che ha fatto questo non si è già vendicato a sufficienza? Cosa vuole ancora, che mi suicidi?».
Uomo del mistero, suo figlio è ancora vivo?
«Ci spero tanto. Ma giuro che non lo so».

15 marzo 2006

Berlusconi-Prodi...1° atto


Ore 21 e 15 di martedì 14 marzo 2006, si accendono le telecamere sul derby elettorale più atteso. L'uno di fronte all'altro, Prodi e Berlusconi. Dieci anni dopo. Studio 5 della Rai, al terzo piano di via Teulada, dove si registra anche Porta a Porta. Il clou del dibattito in due frasi. Berlusconi: «Non posso prenderlo sul serio quando dice "io faccio, io dico". È un leader di facciata. Abbiamo visto nel '96 un brutto film, ne vedremo un altro». Prodi: «Ma Berlusconi ha ereditato tutto dal passato? È al governo e cerca responsabilità fino a Garibaldi».

Ecco il discorso:

1° parte
2° parte
3° parte

Fonte: Corriere della Sera




14 marzo 2006

Berlusconi VS Prodi...1° ROUND


Appuntamento stasera su Raiuno dalle 21 alle 22.30. I lavori nello studio 5 sono cominciati di notte, dopo le due registrazioni di «Porta a porta», finite alle 23. Sarà lo stesso spazio ma non ricorderà in nulla la trasmissione di Bruno Vespa. Ieri mattina, in quello studio, gran riunione conclusiva. Una trentina di persone: Clemente Mimun, direttore del Tg1 e responsabile degli approfondimenti di Raiuno in campagna elettorale nonché moderatore del faccia a faccia di stasera, Bruno Vespa, che condurrà il match del 3 aprile, la redazione di «Porta a porta», che in questo caso funzionerà solo in parte da semplice supporto tecnico, il capo dell'ufficio legale Rubens Esposito, Claudio Donat Cattin, vicedirettore di Raiuno e responsabile degli approfondimenti della rete, il regista di «Porta a porta» Marco Aleotti, che quasi certamente firmerà la trasmissione ma dovrà limitarsi a uno scarno gioco di primi piani secondo il rigido accordo sottoscritto da Paolo Bonaiuti, portavoce di Berlusconi, e da Silvio Sircana, che svolge lo stesso lavoro per Prodi. Infine cameramen, tecnici di studio, arredatori. Le caratteristiche dello studio.
Come sfondo un telone bianco chiuso da due colonne neutre spezzate da due orologi: addio all'azzurro vespiano, considerato troppo «berlusconiano» dai prodiani. Una sola scritta: «Elezioni politiche 2006», forse nei tre colori della bandiera. Un tavolo di plexiglas ondulato (una forma simile a tre parentesi allineate) ospiterà Clemente Mimun, Silvio Berlusconi, Romano Prodi seduti su tre poltroncine neutre (non quelle di «Porta a porta»). Chi a destra e chi a sinistra? Inevitabile il sorteggio. E chi starà a destra si ritroverà comunque a sinistra il 3 aprile. Cinque telecamere fisse inquadreranno Mimun, Berlusconi, Prodi e i giornalisti ospiti, Marcello Sorgi e Roberto Napoletano, una sesta riprenderà dall'alto lo studio. I fotografi della stampa italiana e internazionale verranno divisi in due gruppi per riprendere i protagonisti del duello prima del match ma dovranno lasciare lo studio a venti minuti dall'inizio. I giornalisti che hanno chiesto di assistere sono già a quota duecento e si sta allestendo per loro una saletta attigua allo studio 5 con un grande schermo, sempre per motivi di sicurezza. Quasi impossibile immaginare chiacchierate al volo con la stampa, a meno che non lo decidano sul momento proprio Berlusconi e Prodi. Molto nervosismo nei corridoi Rai, come non è difficile immaginare. Clemente Mimun ostenta serenità. Ieri sera ha giocato a bowling con i figli Simone e Claudio e con la moglie Karina. Poi tutti a mangiare pollo arrosto, hamburger e patatine. «Per quell'incarico era perfetto il mio amico arbitro Collina», ridacchia con gli amici.
Stasera il primo atto...chi vincerà???
La vignetta sopra riassume il tutto...

Fonte: Corriere della Sera

13 marzo 2006

Che bella ragazza...

12 marzo 2006

Scontro Berlusconi-Annunziata in tv

Scontro tra Silvio Berlusconi e Lucia Annunziata durante la registrazione della trasmissione «In mezz'ora», condotta dalla giornalista e in onda la domenica alle 14.30 su RaiTre. Il premier ha chiuso la registrazione dicendo alla giornalista: «Lei ha dei pregiudizi nei miei confronti, per questo vado via. Dovrebbe provare un po' di vergogna... E poi dicono che la Rai è controllata da me».

Inutile parlarci sopra...gustatevi il video .

Fonte: Corriere della Sera

11 marzo 2006

Decreto Urbani e p2p illegale. Intervista allo studio legale

Cosa rischia un libero cittadino italiano che scarica illegalmente contenuti protetti da copyright usando un programma di file sharing su reti peer-to-peer? E' legale far uso di protezioni anticopia e privare l'utente del suo libero diritto a produrre copie di backup di beni regolarmente acquistati? Inserire codici hash o torrent di file illegali presenti sulle reti peer-to-peer è reato? Per rispondere a queste e ad altre numerose domande riporto questa intervista realizzata da P2PForum.it con l'avv. Daniele Minotti. Buona lettura.

P2PForum.it Decreto Urbani. Cominciamo subito a fare il punto della situazione. Cosa rischia oggi un utilizzatore di reti peer-to-peer che si ritrovi a condividere un file di cui non è autorizzata la distribuzione, un file per così dire 'illegale'?

avv. Daniele Minotti Vorrei premettere che, oggi, per "decreto Urbani" si intende, in realtà, un insieme di tre provvedimenti legislativi: il decreto legge 72/2004 (che è il vero decreto Urbani, vale a dire quello voluto dall'allora Ministro dei Beni Culturali), la legge 128/2004 (che ha convertito in legge il precedente decreto) e la legge 43/2005 (di conversione del decreto legge 7/2005). Tutti questi provvedimenti hanno, in realtà, modificato in successione la legge 633/41 sul diritto d'autore, che è quella che, in ultima istanza, ci interessa.A seguito di questa complicata e sofferta "stratificazione", si può dire che l'utilizzatore di una rete P2P che abbia a che fare con contenuti coperti da coypright è sempre illegale. A parte i profili di responsabilità civile (prevalentemente quelli legati ad un eventuale risarcimento del danno), occorre, però, distinguere tra chi scarica e chi mette in condivisione. Chi scarica semplicemente (sempre che con i sistemi attualmente in circolazione sia possibile scaricare e non mettere in condivisione), rischia una sanzione amministrativa, quella prevista dall'art. 174-ter l. 633/41. Relativamente a chi mette in condivisione materiali protetti occorre, invece, distinguere tra chi lo fa a fini di lucro e chi lo fa per profitto (che può essere anche il mero spirito di condivisione, tipico della filosofia dello sharing). Nel primo caso, si versa nelle ipotesi dell'art. 171-ter, comma 2, lett. a-bis) l. 633/41; e le sanzioni non sono certo lievi. Ma anche chi condivide pur senza una contropartita economica (cioè per profitto) rimane soggetto ad una sanzione penale, pur decisamente più leggera, che è quella dell'art. 171, comma 1, lett. a-bis). Ne parlerò oltre, anche per la possibilità di una sorta di "oblazione" estintiva del reato.

P2PForum.it La legge in vigore punisce con una sanzione amministrativa il download da reti peer-to-peer di opere illegalmente condivise, riserva invece una condanna penale a coloro che caricano ovvero fanno upload di queste opere ad altri utenti. E' così? Se sì, potrebbe spiegare ai nostri lettori cosa significa per un cittadino Italiano ritrovarsi una condanna sul certificato penale?

avv. Daniele Minotti Come ho detto rispondendo alla prima domanda, chi scarica rischia l'amministrativo, mentre chi condivide, anche senza profitto, va incontro sempre al penale.Avere una condanna sul certificato penale non è certo una cosa desiderabile, anche se riguarda soltanto il reato, meno grave, relativo a coloro che condividono senza lucro. Il nostro ordinamento prevede anche la non menzione sul certificato penale a richiesta dei privati (ad esempio, quello che viene richiesto per un lavoro), ma, salvo in alcuni casi particolari, si tratta di un beneficio che il giudice puo' concedere discrezionalmente. Fermo resta che nel casellario a disposizione della giustizia e della Pubblica Amministrazione la macchia rimane sempre.


"E' pericoloso avere ragione quando le autorità costituite hanno torto" (Voltaire)

P2PForum.it Molti avvertono intuitivamente che condividere uno screener (ovvero un film ancora presente nelle sale) sia ben più grave di condividere un programma freeware il cui autore ne vieta la diffusione sulle reti p2p. Il decreto Urbani distingue in base ai contenuti per i quali si potrebbe configurare il reato? Oppure mette tutto su uno stesso piano : film, musica, software?

avv. Daniele Minotti Lo screener lede i titolari dei diritti perche' viene diffuso praticamente "in tempo reale" rispetto alla proiezione in sala e, quindi, puo' mettere in crisi il cinema, da subito. Questa e' la gravita', ma la legge non distingue. Per quanto riguarda la diffusione di un programma dichiaratamente freeware della quale, comunque, si e' voluta vietare la diffusione in p2p, mi sembra un caso limite, ma devo dire che il fatto potrebbe essere considerato comunque penalmente illecito. Sempre che il limite alla diffusione possa essere inteso come "protezione dell'opera".

P2PForum.it Sembrerebbe che la legge valuti anche dal punto di vista quantitativo il numero dei file messi in condivisione. Per cosa si dovrebbe intendere e quale il metro di giudizio per valutare la tenuità del reato?

avv. Daniele Minotti Quando la legge non specifica diversamente, la riduzione deve intendersi fino ad un terzo della pena. I parametri di valutazione sono molteplici (oggettivi e soggetti), ma è chiaro che la quantità esigua di materiale illecito è uno dei principali.

P2PForum.it La Legge Urbani (metterei *la legge in vigore*) prevede l'Oblazione (si puo' mettere in minuscolo) della pena. Potrebbe spiegare ai nostri lettori di cosa si tratta e se può eventualmente scongiurare il pericolo di ricevere una condanna penale? Nella pratica esistono buone possibilità di sfruttare questa opportunità?

avv. Daniele Minotti Confermo che le possibilità sono buone e l'accesso al beneficio estingue il reato, dunque lascia il certificato penale del tutto pulito. Non vedo particolari ostacoli, ma il fatto è che la cifra da versare può arrivare ad oltre 3.000 euro. E, per taluni, potrebbe essere un motivo per non sfruttare questa opportunità.

P2PForum.it Il decreto Urbani ha sollevato moltissime perplessità in relazione ad una sua eventuale ed efficace applicabilità. Consideriamo due probabili scenari di interesse.

Scenario 1 In rete si trovano molti file, spesso con nomi confusi ed equivoci. Qualora cominciassi a scaricare un file liberamente distribuibile come da Licenza di rilascio e poi, dopo il download, mi rendessi conto che dietro a quel nome si nascondeva invece un file condiviso illegalmente avrei già commesso reato? Se sì, questo non potrebbe ostacolare la libera diffusione di cultura e la crescita stessa della Rete in quanto si avrebbe praticamente paura di scaricare tutto?

Scenario 2 Supponiamo che cominci a scaricare un file pensando in buona fede che si tratti di un file rilasciato ad esempio con licenza Creative Commons. Se ,dopo aver scaricato 'in parte' il file, dall'anteprima mi rendessi conto che si tratta di un file illegalmente condiviso avrei anche in questo caso commesso reato, pur non avendo scaricato un'opera intera ma solo dei frammenti di file?

avv. Daniele Minotti In merito alla scenario 1, se e' vero che vi possono essere dei "fake", il caso mi sembra ancora uno di quelli limite. Il mio consiglio e' quello di effettuare sempre, a download terminato, il controllo del contenuto dei file. Ma ripeto che il mero scaricamento, senza messa in condivisione e senza scopi lucrativi, non e' penale. In ordine allo scenario 2, la legge sanziona anche le violazioni riguardanti le opere parziali, ma deve pur sempre trattarsi di un qualcosa che sia funzionale, non una mera parte di file, di per se' inutilizzabile.

P2PForum.it Sempre in tema di applicabilità di questa legge l'intercettazione tramite indirizzo IP di una attività apparentemente illecita di uno scambista potrebbe, secondo lei, risultare sufficiente per far emettere ad un giudice una condanna oppure occorrerà trovare riscontro di opere illegalmente possedute sugli hard disk dell'utente mediante ad esempio perquisizione?

avv. Daniele Minotti Nella fase delle indagini preliminari si lavora a livello di indizi non di vere proprie prove. Un indizio è uno spunto sufficiente dal quale iniziare un'indagine che puo' portare ad una condanna soltanto se sostenuto da altri indizi o da prove, come, ad esempio, la presenza di materiali illeciti in un hard disk.

P2PForum.it Supponiamo che un utente individuato tramite IP su una rete di condivisione, riceva una perquisizione a casa. E' tenuto a far entrare gli agenti? Occorre che questi si presentino con un mandato di perquisizione? In questo scenario l'ISP deve comunicare all'utente che ha rilasciato i suoi dati privati ad una autorità giudiziaria?

avv. Daniele Minotti Premetto che, malgrado quanto si legge in giro in merito, ad esempio, aquanto accade negli Stati Uniti, un'indagine in tema di diritto d'autore svolta sulla base di tracciamenti di IP non è così agevole per gli inquirenti, sicuramente la polizia giudiziaria deve esibire un decreto di perquisizione. D'altro canto, l'ISP non è tenuto a riferire di aver fornito dati di connessione all'autorità.

P2PForum.it Un utente in Italia, individuato tramite IP, viene accusato di violazione di copyright su una rete di scambio file ai sensi della Legge Urbani (metterei *della nostra legge sul diritto d'autore*). Come dovrebbe comportarsi, quali le prime mosse da compiere? Come potrebbe essere impostata una eventuale strategia di difesa?

avv. Daniele Minotti Non e' facile ragionare in termini generali, ma sicuramente occorre muoversi al piu' presto nel "dialogare" con l'autorità: ciò per conoscere meglio al vicenda e quello che viene contestato, per spiegare la propria posizione ed anche, se possibile, per ritornare in possesso dei materiali sequestrati.

P2PForum.it In una recente intervista pubblicata da P2Pforum.it il Dott. Enzo Mazza, direttore generale FIMI, parlando del balzello SIAE applicato ai supporti vergini ha dichiarato: <<>> Lo stesso decreto Urbani ha introdotto un rincaro del 3% sui masterizzatori da destinari a produttori e SIAE. Qual è la logica di queste leggi che tutelano a 360° SIAE e produttori ma non noi consumatori che siamo costretti a pagare il balzello indipendentemente dall'uso che faremo di quei supporti vergini. Molti infatti adoperano CD e DVD per copie di backup del loro lavoro. In questi ed in altri casi perché pagare compesi SIAE su supporti e masterizzatori?

avv. Daniele Minotti Non c'è molta logica, non c'è molta equità. I fatti sono davanti agli occhi di tutti e dicono che i potenti riescono a far approvare leggi sfavorevoli ai più deboli. L'equo compenso si fonda su alcune considerazioni condivisibili (es.: il diritto alla copia personale), ma quando colpisce anche chi si masterizza le foto delle proprie vacanze, non c'è molto da argomentare a difesa della legge.


"La tragedia del vostro mestiere di giudici è che sapetedi dover giudicare con leggi che ancora non sono tutte giuste" (Don Lorenzo Milani, Lettera ai giudici, 1965)

P2PForum.it Parlando ora di Copie di Sicurezza e di backup di prodotti regolarmente acquistati. La legge prevede si possano violare le protezioni DRM per fare copie di backup di prodotti regolarmente acquistati?

avv. Daniele Minotti La copia deve essere effettuata sempre nel rispetto delle protezioni. In pratica, se è possibile una copia analogica da una fonte digitale (es.: CD > cassetta), il rispetto della legge è formalmente salvo. Per i programmi, invece, le protezioni anticopia sono, comunque, fuorilegge perché non è consentito, al produttore, di limitare la possibilità di backup.

"Nulla è illegale se un centinaio di uomini d'affari decide di farlo" (Andrei Young)

P2PForum.it Supponiamo abbia prodotto degli mp3 di backup di un Album regolarmente acquistato. Posso disporre di questi mp3 a mio piacere ovviamente sempre e solo per mio solo uso personale? E' possibile copiare questi mp3 su più dispositivi ad esempio computer, notebook lettori mp3 portatili?

avv. Daniele Minotti Sì. Il senso delle norme che consentono la copia privata (o personale, come sarebbe meglio dire) è proprio quello. E, alla base, sta il pagamento dell'equo compenso di cui si diceva sopra.

P2PForum.it Se durante un posto di blocco mi venisse ispezionata l'automobile e venisse trovato un CD contenente degli mp3 sarei già legalmente perseguibile, avrei la possibilità di dimostrate che si tratta di file di backup di opere regolarmente acquistate? a quale legge dovrei eventualmente rispondere?

avv. Daniele Minotti Ci si deve richiamare alla legge sul diritto d'autore (l. 633/41), precisamente all'art. 71-sexies. Sempre che, ovviamente, si sappia di poter dimostrare il legittimo possesso dell'originale.

P2PForum.it In passato la legge ha punito amministratori di siti web contenenti hash link (ed2k link ad esempio) che individuavano sulle reti risorse illegalmente condivise. Certo ospitare a casa un ricercato, possedere droga è reato. E' reato anche solo agevolare un furto o un assassinio. Ma è anche vero che la semplice dichiarazione di voler violare o di aver violato la legge non è in sé reato se poi non commetto davvero il reato. Nel caso dei link non si ospita nulla di intrinsecamente illegale sul proprio sito. Si può imputare all'amministratore del sito l'eventuale uso illecito che l'utente farà poi di quei link.? Qual'è la grammatica interpretativa della tendenza a perseguire siti che contengono hash link o file .torrent?

avv. Daniele Minotti E' proprio di questi giorni la notizia della condanna (pur non definitiva e ancora tutta da vedere) dell'amministratore di un sito mediante il quale, secondo la giustizia, si distribuivano contenuti illeciti. Riguardo al link, la cosa, ovviamente, è più delicata anche perché chi linka non conosce, necessariamente, il contenuto del sito linkato. In tema di pedopornografia, qualche anno fa c'è stata un'assoluzione proprio sulla considerazione che mancava la prova della consapevolezza dell'illiceità del materiale contenuto nel sito linkato. E' un buon precedente, direi anche molto coraggioso e onesto. Infine, se assumiamo che, concettualmente, un torrent è qualcosa di molto simile ad un link, dobbiamo anche considerare che il torrent stesso ha un nome che individua univocamente il contenuto di quello che si potrebbe scaricare (salvo il caso dei fake, chiaramente). Dunque, la consapevolezza di essere da tramite del dowload illecito sarebbe più facilmente provabile.


10 marzo 2006

Il padre di Tommaso indagato per pedo-pornografia

E' indagato per pedo-pornografia Paolo Onofri, 46 anni, il padre del piccolo Tommaso, il bambino di 18 mesi rapito il 2 marzo scorso a Casalbaroncolo, alle porte di Parma: la contestazione del reato da parte dei magistrati si é resa necessaria subito dopo il ritrovamento nei tre Pc nella disponibilità dell' uomo di centinaia di files contenenti filmini scaricati da Internet e raffiguranti minorenni coinvolti in atti sessuali. "Li stavo raccogliendo per poi fare una denuncia", si sarebbe giustificato con gli investigatori l'uomo. I files sono stati trovati quasi subito dagli agenti della polizia postale, che avevano esaminato il computer di casa e il Pc portatile trovato nell' auto di Onofri. Durante i primi giorni di indagine sono stati scoperti 391 documenti informatici contenenti soprattutto brevi filmini, come dei trailers, anche apparentemente di fattura amatoriale, scaricati dalla rete. Per questo i magistrati che hanno ascoltato più volte, e per diverse ore, Onofri hanno iscritto il suo nome nel registro degli indagati per il reato di pedo-pornografia. Un atto obbligato che però potrebbe "non essere collegato con la vicenda del rapimento" del piccolo Tommaso, come aveva sottolineato un investigatore, quando la notizia era trapelata. Il conto delle immagini vietate potrebbe però essere parziale, perché un Pc è stato trovato ieri in una cantina in via Iacchia a Parma, perquisita dal Ris dei carabinieri. E che anche questo computer contenga immagini vietate è già più di un' ipotesi. Anche ieri Paolo Onofri, insieme all' avvocato Claudia Pezzoni, amica di famiglia, era stato ascoltato per sette ore e mezza in Procura a Parma dal Procuratore aggiunto di Bologna e coordinatore della Dda Silverio Piro. Alle 20.30 Onofri era uscito dalla Procura, praticamente lanciandosi dentro il piccolo furgone blu guidato da un volontario della Croce Rossa di Sorbolo, per evitare l' obiettivo delle telecamere e le domande dei numerosi giornalisti appostati fuori.


Fonte: Ansa

09 marzo 2006

Della pioggia rossa proverebbe che gli alieni sono sbarcati


C’è una piccola bottiglia contenente un fluido rosso su uno scaffale del laboratorio di microbiologia della università di Sheffield. Il liquido ha l’aspetto torbido e poco interessante. Eppure, se un gruppo di scienziati non sbaglia, l’ampolla conterrebbe la prima testimonianza di vita extraterrestre isolata dai ricercatori. All’interno della boccetta vi sono alcuni residui di uno dei più strani incidenti della recente storia meteorologica. Nel 25 luglio del 2001, una pioggia rosso-sangue cadde in un distretto dell’India occidentale, Kerala. Queste piogge continuarono per i 2 mesi successivi. Lungo tutta la costa piovve rosso, colorando di rosa i vestiti delle persone del luogo, bruciando le foglie sugli alberi e facendole cadere di colore scarlatto.
Indagini suggerirono che le piogge erano rosse perché i venti avevano spazzato polvere dall’Arabia e gettatala su Kerala. Ma Godfrey Louis, un fisico della Mahatma Gandhi University di Kottayam, dopo aver raccolto campioni lasciati dalle piogge concluse che quella supposizione non aveva senso. “ Se si guardano queste particelle al microscopio, si nota che non sono polvere ma hanno un aspetto chiaramente biologico.” Louis, dichiarò invece che la pioggia fosse composta di materiale simil-batterico che era stato trasportato sulla terra da una cometa di passaggio. Detto in breve, “piovve alieni” sull’india nell’estate 2001.
Non tutti sono convinti dell’idea naturalmente. Molti scienziati infatti sostengono che questa ipotesi è molto improbabile. Uno scienziato che mandò un messaggio sul sito di Godfrey Louis descrisse l’ipotesi come una “stronzata”. Ma alcuni ricercatori credono che Louis sia su qualcosa di grosso e stanno seguendo il suo lavoro. Milton Wainwright un microbiologo di Sheffield sta testando attualmente dei campioni della pioggia rossa di Kerala. “ E’ troppo presto per decidere cosa vi sia nella fiala,” dice. “Ma certamente non si tratta di polvere e nemmeno vi sia alcun DNA li, ma comunque non è detto che batteri extra-terrestri debbano contenere per forza DNA.” Critiche alla teoria di Luois riguardano la lunghezza del periodo di tempo nel quale è avvenuto il fenomeno della pioggia di Kerala.
Egli sostiene che due mesi di piogge di polveri trasportate dal vento sono un periodo troppo lungo. Inoltre, l’analisi mostrò che le particelle erano per il 50 % di carbonio, il 45% di ossigeno con tracce di sodio e ferro: compatibile con la materia biologica. Louis ha anche scoperto che, ore prima che la prima pioggia cadesse vi fu un sonoro tuono che scosse le abitazioni di Kerala. Solo una meteorite può aver innescato tale esplosione, sostiene lui. Questa si è distaccata da una cometa di passaggio e dispersa per la costa, spargendo microbi durante il suo tragitto. Questi poi si sono mischiati alle nuvole e sono caduti come pioggia. Molti scienziati accettano l’ipotesi che le comete possano essere ricche di sostanze chimiche organiche e alcuni, come il defunto Fred Hoyle, il teorico britannico, sosteneva che che la vita sulla terra si è evoluta da microbi che arrivarono dallo spazio tramite comete. Ma molti ricercatori sostengono che Louis sta osando troppo nel correlare la sua pioggia con microbi provenienti da una cometa. Da parte sua Louis non si arrende. “Se qualcuno sentisse una teoria del genere, che la provenienza è una cometa, la congederebbe come una conclusione impossibile. A meno che le nostre tesi non vengano comprese dalle persone, esse le congederanno quali cose impossibili, quali ad esempio che questa pioggia è causata da biologie extraterrestre".

Fonte: Disinformazione

08 marzo 2006

FESTA DELLE DONNE


Auguri a tutte le donne dell'universo, che mondo sarebbe senza di voi!

Aggiornamenti blog...

Oggi ho dato l'ultimo esame di questa sessione ed ho concluso in bellezza con un bel 30 (Informatica & lavoro). Grazie a Dio sono riuscito a dare ben 5 esami in questa sessione, un record per me...sto sulla buona strada...
Sono ricominciati i corsi all'università, ma avrò molto più tempo per aggiornare in maniera più frequente il blog, cosa che non ho fatto, e me ne scuso, in questi due ultimi mesi a causa, appunto, degli esami universitari.
Vi saluto e ci vediamo presto.

06 marzo 2006

Liberate Tommaso!!!

Negli ultimi giorni tutta l'Italia sta vivendo la vicenda del piccolo Tommaso, di soli 17 mesi, rapito giovedì scorso nella cascina di Casalbaroncolo, non si sa per quale motivo.
La polizia sta indagando e continua a lavorare sulla pista calabrese: un pentito della 'ndrangheta, infatti, avrebbe detto di sapere qualcosa sul rapimento. Anche su questo il legale della famiglia non si è sbilanciato: «È tutto da verificare. Ogni pentito, se c'è, bisogna vedere se è credibile o riscontrabile». La fiducia comunque resta: «La Procura antimafia di Bologna - ha continuato Pezzoni - è sicuramente una delle procure più competenti d'Italia e il coordinamento è molto forte. L'importante è che ci siano piccoli passi, ma costanti».
Intanto la madre del bimbo di 17 mesi è tornata in Questura, dove gli inquirenti la stanno nuovamente sentendo. Il padre del bambino, Paolo Onofri, avrebbe fatto dei nomi: l'uomo infatti ha alcuni sospetti su chi potrebbe avergli rapito il figlio. L'avvocato della famiglia, Claudia Pezzoni, ha però smentito un primo contatto con i sequestratori: «Non mi risulta nessuna telefonata». In Questura si è recata anche l'ex moglie dell'uomo, Francesca Traina, accompagnata dal figlio sedicenne dei due. «Non mi hanno chiesto niente - ha spiegato la donna, il cui colloquio è però stato poi rinviato - mi hanno fatto venire qui per parlare con mio figlio, ma poi mi hanno detto di tornare un'altra volta». Poi ha continuato a ripetere: «È una cosa assurda, in una famiglia come la nostra è una cosa che è inspiegabile. È una famiglia trasparente che non ha nulla da nascondere».
In mattinata vi sono stati nuovi appelli da parte dei parroci della zona e anche quello di un bambino che, durante una celebrazione liturgica nella parrocchia di Sant'andrea in Antoniano, a Parma, si è rivolto ai rapitori invitandoli a pentirsi e a restituire il piccolo Tommaso. Anche Messina si è stretta intorno alla famiglia del bimbo, con uno striscione apparso allo stadio durante l'incontro di calcio Messina-Parma: «Liberate il piccolo Tommaso». Ma la sensazione è che le forze dell'ordine comincino a pensare che una conclusione in tempi brevi non sia affatto facile.
Inoltre il «Comitato per la liberazione di Tommaso Onofri» ha dato vita ad un , weblog , per raccogliere eventuali segnalazioni sul rapimento. Il blog, che si apre con la grande scritta «Liberate Tommaso!», riporta anche tre fotografie a colori del bimbo, «risalenti però ad alcuni mesi fa». «Questo blog - è spiegato nella pagina web - nasce per volontà di tutte le persone vicine alla Famiglia Onofri in questi momenti terribili. Chiunque possa aiutarci a fare rapidamente luce sul rapimento di Tommaso può scriverci a questa mail: tommasolibero@libero.it. Grazie a tutti».

Un appello anche da parte mia affinchè il piccolo Tommaso possa tornare al più presto a riabbracciare la sua famiglia.

Fonte: Corriere della Sera

03 marzo 2006

Il crollo del Festival...


Notizie dal festival si Sanremo: le gag di Pieraccioni, i travestimenti di Panariello e Verdone e la parata di ospiti non sono riusciti a risollevare l'audience. Anzi. Nella terza serata del Festival gli ascolti sono scesi ancora: del 4% rispetto alla seconda serata, con un 33.49% di share contro il 51,05% di un anno fa. I 6 milioni 234 mila spettatori di ieri sono bastati tuttavia a superare il Grande Fratello su Canale 5 seguito da 5 milioni 734 mila con il 28.44% di share.
Dunque l'emorragia di ascolti continua. La kermesse sanremese ha avuto nella prima parte il 34.33% di share con 9 milioni 410 mila, nella seconda il 33.03% di share con 5 milioni 512 mila e nella terza il 29,93% di share con 2 milioni 280 mila. Lo spettacolo è stato seguito mediamente da 6 milioni e 234mila spettatori.
Panariello ha comunque scongiurato l'incubo peggiore della vigilia, quello di soccombere al «Grande Fratello» come accadde nel 2004 a Simona Ventura (un evento entrato nella storia Auditel perché mai accaduto prima che uno show concorrente superasse la kermesse): la media dell'intera serata del festival (6.234.000, share 33.49%) è superiore a quella del reality di Canale 5 (5.734.000, share 28.44%). Ma a dare filo da torcere all'inizio del festival è stata anche «Striscia la notizia», che ha ottenuto 9.495.000 telespettatori (in termini assoluti il programma più visto del giorno anche rispetto al festival) e il 33.04% di share, proponendo tra le altre cose proprio la consegna del Tapiro d'Oro a Panariello mentre su Raiuno Leonardo Pieraccioni apriva il festival.
E intanto, senza nascondere il suo rammarico per l'esclusione dal cast del 56esimo Festival di Sanremo, Albano si è consolato cantando nella casa del Grande fratello. Il cantante di Cellino San Marco ha accettato l'invito ad entrare nella casa-acquario di Cinecittà, come guess-star, insieme a Loretta Goggi. Il suo ingresso trionfale lo ha fatto, in diretta su Canale 5, a bordo di un trattore. La conduttrice Alessia Marcuzzi e l'inviato all'esterno dello studio Marco Liorni hanno tentato di stuzzicare Albano sull'argomento Sanremo, l'hate-motive della puntata, ma con risultati piuttosto deludenti. Il cantante ha evitato di rinfocolare la polemica con la direzione artistica del Festival e, lasciando chiaramente capire che il G.F. per lui è stato un ripiego, si è limitato a dire: «Mi avete invitato e sono venuto qui per fare il mio lavoro, cantare», prima di aggiungere: «Adesso ho capito perché hanno iniziato il festival a luci spente», ironizzando sul titolo del suo brano bocciato «Sei la mia luce».

Fonte: Corriere della Sera