26 dicembre 2005

La storia di Santo Stefano


Oggi, come tutti sapete, è Santo Stefano, ovvero il primo martire della storia della chiesa.
Vediamo un pò la storia di questo Santo.
Tra i pastori che erano accorsi ad adorare Gesù Bambino c'erano anche delle donne. Esse avevano portato con sè i loro bambini perché Gesù li benedicesse. Tecla, una giovane sposa, non aveva figli, ma desiderava tanto averne uno. Per non essere da meno delle altre donne, prese una grossa pietra, l'avvolse in uno scialle, mise sulla sommità una cuffietta e se la teneva fra le braccia, proprio come se fosse un bambino appena nato. Quando vide Gesù, così bello e sorridente, fu presa dalla commozione e si mise a piangere, là in ginocchio, davanti alla capanna. Quando si alzò per ritornare a casa, Maria che aveva letto nel suo cuore e che aveva capito il suo innocente inganno le domandò:" Tecla, che cosa porti in braccio?"
Sentendosi scoperta, la donna rispose: " Allatto un figlio maschio." Allora la Madonna le disse: " Su, scopriti il seno e allatta tuo figlio; da questo momento il tuo desiderio é stato esaudito. La tua pietra é diventata un bel bambino." La donna scostò lo scialle che avvolgeva la pietra e rimase meravigliata per il miracolo che era stato compiuto per lei; tra le braccia aveva il suo primo figlio. " Ricordati però" le disse ancora Maria " che egli é nato da una pietra e morirà a colpi di pietra." Questo bambino fu chiamato Stefano, divenne discepolo di Gesù e fu il primo ad affrontare il martirio. La chiesa celebra la sua festa il 26 dicembre, il giorno dopo Natale.

Questo è l'ultimo post dell'anno, auguro a tutti un'ottima conclusione...e a risentirci l'anno prossimo...2006.

25 dicembre 2005

BUON NATALE!!!

24 dicembre 2005

La Vigilia di Natale


C 'era una volta, alle porte di una città perduta fra sogni di angeli bambini, in un luogo lontano, inaccessibile agli esseri umani, un vecchio albero che si ergeva in una radura di candidi pensieri... immerso nelle foschie di un mattino d'inverno.
In quel tempo, ricordo, che Dicembre iniziava a stendere il tappeto rosso ai primi giorni di vigilia sui sentieri d'anima di quelle creature che, in fondo al loro cuore, credevano davvero agli gnomi, alle fate e alle piccole magie.
Il vecchio albero se ne stava là, tutto infreddolito, con i suoi rami nudi, a guardare il cielo, carico di neve, che di lì a poco avrebbe preso a scendere leggera sulle sue braccia stanche. Neppure una gemma colorata, nulla che gli portasse un po' di quella Festa del Natale. Cominciò allora a singhiozzare col vento che gli passava accanto e quel triste lamento, appena sussurrato, giunse lontano, quasi all'orizzonte della realtà e si posò sul cuore di due bambini addormentati. Fu così che dal sonno di quei due piccoli cuccioli nacque un sogno meraviglioso... che volò, volò fino a lui.
Nello stesso istante, l'albero sentì posarsi sui rami più alti due uccellini e smise di singhiozzare... il loro zampettare sulle sue lunghe braccia gli faceva un po' di solletico e accennò loro un sorriso. Era così tanto tempo che se ne stava lì solo, fu così che si fece coraggio e domandò loro:
"Cosa succede per le vie del mondo ? Voi che potete volare fin là, ditemi se ci sono già le luci colorate sugli alberi e se i bambini sono felici... Cancellate, se potete, questa mia lunga solitudine... ".
I due uccellini cominciarono a cinguettare, ma l'albero non riusciva a capire nulla... cercò di prestare più attenzione, ma invano... quei trilli restavano per lui soltanto una melodia meravigliosa e incomprensibile.
"Fra qualche giorno sarà Natale... " continuò allora sospirando "Come vorrei essere anch'io pieno di luci... coperto dei sorrisi dei bambini, sentire quel calore dentro, quella gioia che ho dimenticato... avere un giorno da rincorrere per sempre..."
Gli uccellini smisero di cinguettare e sembrarono sorridergli... fu solo allora che, nel silenzio, il vecchio albero riuscì a capire... a sentire qualcosa che gli arrivò in fondo al cuore, che lo commosse profondamente, tanto che gli sfuggì una lacrima dai mille riflessi dell'amore.
C'era poco tempo... perché i due bimbi, nei loro lettini, si sarebbero svegliati... e, allora, i loro sogni alati, fatti di piume soffici e pieni di quell'incanto che solo i cuori più puri possono abbracciare... sarebbero di nuovo volati via dalle sue braccia... e lui sarebbe restato ancora i compagnia della sua malinconica solitudine.
Fu allora che accadde una cosa davvero insolita, qualcosa di magico... Da lontano, il vecchio albero vide arrivare una strana creatura, avvolta di un manto rosa e azzurro, come d'aurora... I suoi passi erano lenti... quasi si librasse nell'aria... come a non voler sfiorare la terra, addormentata sotto la grigia coperta dell'inverno. Chiunque fosse quella Signora, l'albero capì che stava dirigendosi verso di lui, perché la radura dove tanti e tanti anni prima aveva piantato le sue radici era assai lontana da ogni sentiero e, ormai, solo raramente, qualcuno arrivava più fin là...
Quando la Signora gli fu accanto, il vecchio albero, aiutato da un soffio di vento, cercò di farle un inchino, ma la sua scorza antica gli permise appena di piegare le dita... i suoi rami più alti... Fu allora che lei lo guardò e sorrise.
"Chi sei" mormorò con voce di vento l'albero.
"Sono la Vigilia... la Vigilia del Tempo... " e, dicendo quelle parole, aprì le mani e da esse ne uscì una luce così intensa, che per un istante ogni cosa attorno sembrò sparire, offuscata da quell'intenso bagliore.
"Io vado per il mondo a regalare la luce, il sentimento che hai provato... è il mio dono, che riempie di magia ogni attesa... Regalo me stessa, la Vigilia del Tempo alle creature... rendo eterna la loro gioia... - il loro attendere l'attesa... - ".
L'albero non disse nulla... ma la Signora avvertì lo stesso la sua immensa solitudine... scrollò il capo, gli sorrise e continuò:
"Con me, questa volta, ho portato per te qualcosa di più... ma è il cuore ed il sogno di quegli eterni bambini che devi ringraziare... ora quegli uccellini voleranno di nuovo verso il loro risveglio, ma questa notte... aspettali ancora ! Torneranno... ed anch'io ci sarò... ".
Riuscì appena a capire quelle ultime parole, che sentì un frullio d'ali allontanarsi... e le sue braccia tornare spoglie...
Il vecchio albero non poteva immaginare cosa sarebbe accaduto, ma un profondo senso di dolcezza e di gioia lo attraversò dalle radici ai rami più alti, fino a sfuggire verso il cielo. Anche la Signora era svanita nel nulla e il giorno cominciò a correre veloce, come le nubi sopra di lui, volando sopra la sua chioma spoglia. Quell'attesa fu dolce, rapida come il volo del falco... fu quasi un sorriso... poi, la sera giunse silenziosa, discreta... quasi in punta di piedi.
Il cielo era limpido e l'aria fredda e pungente... l'albero guardò le mille stelle occhieggiare verso l'infinito. Poi, d'improvviso, udì un battere d'ali farsi sempre più vicino, finché sentì di nuovo posarsi sulle sue braccia i due uccellini. Da un raggio di Luna scese la Signora della Vigilia del Tempo... e si fermò ai piedi del vecchio albero... I due uccellini, ad un cenno di quella dolce creatura, presero a tuffarsi nel cielo e a riportare, ad ogni volo, un frammento di stella, per posarlo ora qua ora là sui rami dell'albero.
In poco tempo... quel vecchio tronco divenne l'albero più bello che la Vigilia avesse mai visto... e, quando con un sorriso stava per ringraziare di quel dono meraviglioso... la Signora del Tempo lo fermò e gli disse:
"No, non ringraziare me... Questo dono è opera di quei due bimbi, che nei loro sogni, hanno voluto regalarti una vigilia di Natale tutta loro... Ora, io aggiungerò il mio regalo... " e nel pronunciare quelle parole, aprì di nuovo le mani e quella luce che aveva già visto all'alba, uscì di nuovo ed entrò nel tronco, come un alito... linfa d'amore.
"Io... " disse la Signora "...aggiungerò a questa vigilia del Natale... anche la Vigilia dell'Eternità... Da oggi, ogni notte, ogni istante, sarà vigilia... un'eterna vigilia... sarà l'attesa più dolce di tutti i tuoi desideri. E la tua vita non conoscerà più buio né malinconia. Tutto l'amore che hai sempre regalato al Tempo, oggi il Tempo te lo renderà... "
Nella radura, accanto al vecchio tronco, quella notte... dai petali di un bucaneve scesero stille dai mille colori. Non seppi mai se fu rugiada o se fu pianto... e, da allora, ogni notte... quegli uccellini tornano ad accendere quel cuore con mille luci rubate in cielo... e quell'albero è ancora là... ad aspettare felice, un giorno che non verrà... perché di eterna vigilia è diventata la sua vita.
Scritto da Andrea Antognini

23 dicembre 2005

La nascita di Babbo Natale...


C'era una volta un re… Con queste parole potrebbe cominciare anche la storia di Babbo Natale. Sì, perché una delle leggende che alimentano la sua origine ha come protagonista non proprio un re, ma un nobile signore caduto in povertà, tanto che non avrebbe avuto la possibilità di far maritare le sue tre figlie. San Nicola (quello di Bari, il vescovo di Myra di origine turca) ebbe pietà di quest'uomo onesto e decise di aiutarlo. Per tre notti di fila, così, lanciò attraverso una finestra del castello un sacco di monete; la terza notte, però, trovando la finestra chiusa, fece passare il sacchetto dal camino, facendo felice il signore e le sue figlie.
Dunque il primo portatore di doni della storia è stato San Nicola di Bari. Amato e venerato un po' in tutta Europa, specie in Belgio e in Olanda, veniva ricordato il 6 dicembre: in groppa a un asinello bianco oppure a cavallo, andava nella case portando doni ai bimbi buoni. Secondo certe tradizioni, lo accompagnava lo gnomo Peter il Nero, che puniva i bambini cattivi.Secondo alcuni esperti, comunque, si possono addirittura scomodare figure mitologiche come il teutonico Odino o il germanico Thor per scoprire le radici del dio portatore di doni. Quando gruppi di immigrati olandesi si spostarono in America, fondando Nuova Amsterdam (divenuta in seguito New York), portarono con loro anche le tradizioni, tra cui San Nicola, che nella loro lingua si chiamava Sinter Klass. Il personaggio piacque ben presto anche ai coloni inglesi, che trasformarono il nome in Santa Claus. Nel corso dell'Ottocento il personaggio cambiò il mezzo di trasporto, e fu dotato di renne. Anzi, l'illustre professor Clement Clark Moore, che oggi nessuno più conosce, scrisse in un suo poemetto che Santa Claus viaggiava in compagnia di ben otto renne (ognuna con il suo nome), che si calava nei camini e lasciava giocattoli nelle calze appese dai bimbi. Poteva fare tutto questo perché, naturalmente, era un ometto piccolo, vestito da gnomo e delle dimensioni di uno gnomo.A dare infine una delle ultime pennellate nel creare il nostro Babbo Natale fu l'illustratore Thomas Nast: tra il 1862 e il 1886 disegnò una serie di celebri tavole dedicate al personaggio, che ormai era stato associato alla festività natalizia. Sono una sua creazione la casa al Polo Nord, la lista dei bambini buoni e cattivi e la fabbrica dei giocattoli dove lavorano gli gnomi aiutanti.
Nel 1931 accadde l'imprevedibile: l'azienda che produceva la Coca Cola decise di utilizzare Santa Claus nella propria pubblicità natalizia. Vestito dei colori della ditta, il rosso e il bianco, veniva raffigurato come un simpatico vecchietto panciuto, questa volta di dimensioni naturali, che beveva allegramente la bibita. Pare che il suo disegnatore, lo svedese Haddon Sundblom, si fosse ispirato a un vicino di casa, un tipo simpatico e di aspetto particolarmente florido. Questa immagine, diffusa per ben 35 anni in tutto il mondo, divenne la raffigurazione "ufficiale" di Babbo Natale, e nessuno ormai potrebbe figurarselo in modo diverso. L'orecchio di lepre Un'altra credenza piuttosto curiosa invece riguarda la sede ufficiale di Babbo Natale, che abiterebbe in Finlandia, a Rovaniemi, dove si trovano anche la sua sede ufficiale e l'ufficio postale. La sua casa vera, però, quella segreta, è a Korvatunturi, ma a Babbo Natale non piace che si sappia troppo in giro. Il nome finlandese significa "montagna-orecchio", perché la montagna presso la quale è il villaggio somiglia alle orecchie di una lepre e da queste grandi orecchie Babbo Natale ascolta quello che fanno i bambini per decidere se meritano i doni oppure no.

21 dicembre 2005

Scontro tra treni, panico in stazione


Ci sono la frenata, lo schianto, le urla: ma il ferroviere fermo sulla banchina di Roccasecca, quando il treno per Campobasso entra in quello per Cassino, vede altro. Corpi che volano, sbalzati fuori dai finestrini e dalle porte. Uno, esile, una giacca chiara e un paio di jeans, cade proprio sui binari. È una bambina, ha otto anni. Sono da poco passate le tre del pomeriggio: il treno da Roma per Cassino viene tamponato da quello per Campobasso, che arriva nella piccola stazione di Roccasecca, in provincia di Frosinone, a 120 chilometri orari. La freccia del Biferno, lo chiamano: ha tre carrozze, è diesel ed è carico di pendolari e studenti, che approfittano delle vacanze per tornare a casa. Stavolta, però, è in anticipo di qualche minuto: sul binario 2 c’è ancora il Roma-Cassino, dodici carrozze dalle quali sono appena scesi molti passeggeri. Diventeranno, di lì a pochi istanti, impotenti spettatori del disastro: la prima carrozza della freccia del Biferno piomba sull’ultima del convoglio in partenza. La tampona, si impenna, la schiaccia. Tra le lamiere, ci sono 59 feriti. Undici sono in gravissime condizioni. I due macchinisti del treno che crea il disastro si sono accorti poco prima dello schianto di ciò che sarebbe accaduto: a quel punto, hanno fatto ciò che potevano. Tirare il freno d’emergenza e correre nello scompartimento per gridare ai passeggeri di ripararsi. A Beatrice Sirago, il magistrato che li interroga a tarda sera, diranno di aver trovato semaforo verde. La loro versione, però, non coincide con quella fornita dal personale della stazione. Per il capostazione, Marino Di Noto, è vero semmai l'esatto contrario. In almeno tre carrozze ci sono feriti intrappolati: le ultime due del treno fermo e la prima di quello in arrivo. Questa è quasi sospesa in aria, obliqua, appoggiata sulle lamiere del convoglio davanti. Dentro, le persone urlano. C’è una donna che è al settimo mese di gravidanza. E una vecchina di 71 anni, Donatina Ciarlo, che urla a tutti di non spostarsi: «Avevo paura che tutto crollasse». Ovunque valigie cadute, schegge di vetro, persone insanguinate. I soccorsi arrivano in pochi minuti: tre elicotteri dei vigili del fuoco trasportano i più gravi. Le ambulanze non fanno che arrivare e ripartire per gli ospedali di Cassino, Pontecorvo, Ceprano, Frosinone e Roma. È nella capitale che viene portata la piccola Gabriella, italoinglese di otto anni, sbalzata fuori dal treno tamponato e attualmente in pericolo di vita. Ha un trauma cranico che non fa sperare i medici. Nel pomeriggio, per ore, la bambina non ha un nome, nessuno che la stia cercando. In serata, si capisce perché: tutta la sua famiglia è in ospedale, a Cassino. Questa, per loro, era una gita: con i genitori e i due fratelli, Gabriella tornava dall’Inghilterra, attraversava l’Italia in treno. In serata lo stesso elicottero che ha portato lei a Roma, torna indietro e fa lo stesso tragitto con la madre. Anche lei è in condizioni gravi. Per molti passeggeri, subito dopo l’impatto, la paura è la stessa: «È un attentato, è stato un attentato», urlano guardando i due treni incastrati, lamiere da cui sale fumo nero. I feriti che non riescono a muoversi vengono adagiati sulla banchina. «Sono scesa - racconta Angela Colitto, studentessa ventenne di Bologna - e c’era una donna con la testa spaccata, un ragazzo che si lamentava, persone che fuggivano». Una donna sbalzata fuori da un finestrino, mentre la portano via, mostra le mani ferite: «Sono atterrata proprio lì, in mezzo ai binari». Gli ultimi a uscire dalle lamiere sono i passeggeri della prima carrozza, quella che si è arrampicata sul treno fermo: «Eravamo incastrati dentro e non potevamo muoverci, avevamo paura di precipitare. Adesso qualcuno dovrà spiegarci come è accaduto». Un macchinista ricorda che lunedì uno scambio s’era incastrato a causa del gelo. Stavolta, però, non sembra essere colpa del freddo. Nella stanza dei «relais» della stazione di Roccasecca, i ferrovieri, a tarda sera, studiano la «scatola nera» che registra i movimenti dello snodo ferroviario. Il magistrato deve ancora sequestrarla, loro hanno qualche minuto per esaminarla: «Ecco - dicono - per l’Rce, il registratore cronologico degli eventi, il treno diretto a Campobasso è passato con il rosso. Anzi, prima ha trovato un semaforo giallo che segnalava la luce rossa allo stop successivo. Evidentemente non li hanno visti, né il primo né il secondo». E insistono: «Quando un treno è fermo sui binari il capostazione, anche se volesse, non può inserire il segnale di verde, il sistema informatizzato glielo impedisce». Nella stanza accanto, il pm sta ascoltando i testimoni che riesce a trovare nel caos di telecamere, sirene e soccorsi. Molti confermano che il treno arrivato in stazione a 120 chilometri orari è un vecchio modello, carrozze di 35 anni e sistema di sicurezza obsoleto. Anche l’assessore alla Sicurezza del Lazio, Regino Brachetti, accusa: «Non mi sembrano carrozze molto moderne. Da troppo tempo, questi treni non sono sostituiti con mezzi più moderni». Rfi, la società che gestisce gli impianti delle ferrovie, sostiene che «gli scambi erano funzionanti e non c’erano problemi tecnici ai sistemi di sicurezza e di blocco automatico».
Ancora dolore. Sono ancora i lavoratori, i pendolari, gli studenti e i bambini a pagare un prezzo altissimo per una politica irresponsabile e scellerata che individua nel mercato, nel profitto e nella redditività la sua strategia. Si piange per colpa di chi ha scelto di liberalizzare il trasporto ferroviario. Lo avevamo previsto e denunciato dopo l'incidente di Rometta Marea, di Crevalcore, di Viserba e, puntualmente, è accaduto.
Perché non è un caso che gli incidenti ferroviari avvengono e sono aumentati in maniera esponenziale proprio in seguito allo smantellamento della vecchia Azienda Autonoma Ferrovie dello Stato, all'avvio del processo di liberalizzazione, alla fortissima riduzione dei ferrovieri (sempre più spesso sostituiti con personale precario con contratti part-time, a tempo determinato, di apprendistato), all'abbassamento dei parametri di sicurezza, al peggioramento complessivo delle condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori delle ferrovie. Purtroppo la strategia infrastrutturale attuale, delle grandi opere, messa in campo a partire dalla legge obiettivo, prevede, per il futuro, oltre ad un’accentuazione degli squilibri nel sistema del trasporto ferroviario anche e, soprattutto, un ulteriore taglio alle già esigue risorse per gli investimenti in sicurezza.
È evidente che le risorse economiche disponibili, saranno completamente fagocitate da quelle che sono le vere priorità per l'impresa, per il mercato e, cioè, l'alta velocità e le autostrade. Continua, quindi, quello squilibrio nel sistema ferroviario che determina una situazione di estrema drammaticità. Drammaticità per quello che riguarda la sicurezza; drammaticità per quello che riguarda l’impatto economico delle opere; drammaticità per quello che riguarda l’impatto ambientale; drammaticità per quello che riguarda il Mezzogiorno ancora a corto di infrastrutture decenti. L'incidente di ieri non è imputabile al caso, ad un semaforo rosso, all'errore umano. Trova la sua ragione e fondamento nelle responsabilità politiche di chi ha considerato la ferrovia non più come un bene pubblico ma come una impresa a scopo di lucro e, quindi, da privatizzare.
E gli investimenti sulla sicurezza, sul materiale rotabile e sulle infrastrutture delle linee cosiddette "secondarie" sono costi da "abbattere". La lotta delle popolazioni di Val di Susa contro la TAV significa anche questo. Ribellarsi ad opere inutili, costose, dannose e dirottare le risorse a favore di un trasporto pubblico, sociale, sicuro e sostenibile. Esprimo il mio profondo dolore, la mia sincera solidarietà ai feriti, alle famiglie e ai parenti. Esprimo la mia rabbia nei confronti dei veri responsabili di quanto sta accadendo alle ferrovie di questo Paese.

19 dicembre 2005

La storia del Natale...


Cari amici, domenica prossima sarà Natale...ma che cos'è "il Natale"???
Il Natale (lat. natalis, derivato. da natus, nato) è il giorno celebrativo della nascita di Gesù Cristo (25 dicembre). Istituita a partire dal IV sec., la festa del Natale si caratterizza liturgicamente con la celebrazione di tre messe: ad noctem, in aurora, in die. II ciclo natalizio comprende un periodo di dodici giorni, in cui si celebra, oltre alla Natività, la Circoncisione (1 gennaio) e il Battesimo (6 gennaio). Un arco di tempo più ampio copre il ciclo natalizio in cui rientrano l'Annunciazione (25 marzo), l`Avvento (il periodo di quattro settimane di preparazione al Natale), la Purificazione di Maria Vergine (2 febbraio). Acquisita come fatto storico, la nascita di Gesù Cristo rimane incerta per quanto riguarda la data. Né i Vangeli né la Patristica dei primi secoli dicono niente a questo riguardo e originariamente la Chiesa non celebrava la nascita di Gesù. Col passare del tempo, tuttavia, i cristiani d'Egitto cominciarono a considerare il 6 gennaio come data della natività. L'usanza di celebrare la nascita di Gesù in quel giorno si andò diffondendo in tutto l'Oriente e risulta come data per acquisita all'inizio del IV sec. Più o meno nella stessa epoca, la Chiesa d'Occidente, che non aveva mai riconosciuto il 6 gennaio come il giorno della natività, assunse come data celebrativa il 25 dicembre. Essa fu successivamente adottata anche dalla Chiesa d'Oriente e la sua diffusione coincide con le lotte contro l'arianesimo. Le considerazioni che indussero le autorità ecclesiastiche a istituire la festa di Natale il 25 dicembre furono determinate da ragioni di opportunità e di rispetto di precedenti usanze pagane. Tali motivi furono ammessi con franchezza da uno scrittore cristiano siriaco, secondo cui i Padri decisero di spostare la celebrazione dal 6 gennaio al 25 dicembre, in quanto era un uso pagano molto diffuso quello di «celebrare lo stesso 25 dicembre la nascita del sole, al quale venivano accesi dei fuochi in segno di festa». Anche i convertiti al Cristianesimo prendevano parte a queste feste. I dottori della Chiesa si resero conto che gli stessi cristiani avevano una certa inclinazione per questi festeggiamenti: tennero consiglio e stabilirono che la natività dovesse essere solennizzata in quel giorno e la festa dell'Epifania il 6 gennaio.Nel calendario giuliano il 25 dicembre, riconosciuto come il solstizio d'inverno, era celebrato come il giorno della nascita del Sole, poiché a partire da questa data i giorni cominciano ad allungarsi e la potenza del sole aumenta. Particolarmente solenne era la celebrazione del rito della Natività in Siria e in Egitto. I celebranti si ritiravano in appositi santuari da dove uscivano a mezzanotte, annunciando che la Vergine aveva partorito il Sole, raffigurato dagli Egizi come un bambino. L'origine pagana della festa di Natale è implicitamente riconosciuta anche da Sant'Agostino, quando esorta i fratelli cristiani a non celebrare in quel solenne giorno, come facevano i pagani, il sole, bensì colui che aveva creato il sole.
Non ci resta, allora, che attendere l'arrivo del Santo Natale...

17 dicembre 2005

Aggiornamento blog...

Salve gente...come va la vita? Voglio solo comunicarvi che ho aggiornato il blog con nuove foto: creata la sezione "Amici Università"...BUONA VISIONE A TUTTI!!!
A presto...
Il vostro Roberto

16 dicembre 2005

Il paracadute non si apre, ma si salva lo stesso

Leggete questa vicenda alquanto commovente accaduta a New York il mese scorso.
Stava facendo il suo primo lancio con il paracadute quando si è accorta che il suo "ombrello" non si sarebbe aperto. E' caduta a faccia in giù in un parcheggio, precipitando a oltre 80 chilometri orari. Ma non solo non è morta. Anzi, una volta in ospedale gli esami medici hanno accertato che la donna, 21 anni, è incinta. E, miracolo nel miracolo, il suo bambino vivrà.
Due mesi e quattro operazioni dopo quell'incidente, Shayna Richardson, 21 anni, ha incontrato i cronisti e ha raccontato che «il bambino si muove. Secondo le ecografie non ha danni alle braccia, alle gambe, la faccia è a posto e il cuore batte regolarmente. Insomma, Dio ha risparmiato me, ma anche ha risparmiato mio figlio». Poi la giovane ha raccontato l'incidente, avvenuto a Siloam Springs, in Arkansas: «Ho sentito un rumore e ho iniziato a ruotare. Non capivo il perché». Richardson racconta di come ha provare a tagliare il suo primo paracadute e di aprire quello di riserva. Ma anche il paracaduta di riserva non si aprì completamente, facendo cadere a vite la ragazza a una velocità molto elevata.
«Sto per morire, pensavo. Sto per morire». Shayna non ricorda l'impatto né i momenti successivi. Il suo bacino si fratturò in due punti, ebbe una gamba rotta, perse 6 denti e tuttora ha nel corpo 15 chiodi metallici. «I chirurghi mi hano aperto da orecchio a orecchio, per togliermi tutti le ossa sbriciolate e inserire delle placche metaliche». Durante le cure, i dottori hanno scoperto la gravidanza della giovane. «Non mi sarei buttata se avessi saputo». Il suo bambino verrà alla luce a fine giugno. Nonostante l'incidente, la passione per il cielo non è passata per Shayna: «Ad agosto farò il mio prossimo lancio», ha ammesso.


Fonte: www.corriere.it

14 dicembre 2005

Costruito nano-robot che nuota nel corpo umano


Parliamo di scienza; è stato costruito in Israele un nano-robot nuotatore in grado di muoversi velocemente e con agilità nel corpo umano e che in futuro potrebbe essere utilizzato per catturare immagini e somministrare farmaci: il prototipo, descritto nella rivista New Journal of Physics, è stato messo a punto in Israele, presso l'istituto di tecnologia Technion, ad Haifa. Secondo il responsabile della ricerca, Joseph Avron, ci vorrà ancora tempo per mettere a punto il dispositivo prima di passare alle applicazioni, ma nel frattempo è stata superata una delle sfide più grandi: riuscire a realizzare un robot di dimensioni così ridotte e capace di muoversi .
Il robot-nuotatore è composto da due palloncini elastici, ognuno dei quali cambia volume durante il movimento. Caratteristiche che, secondo i ricercatori, gli permettono di muoversi meglio di un batterio e di altri organismi biologici spinti da un flagello. Inoltre il robot è più veloce di ogni altro nuotatore artificiale finora progettato ed è in grado di percorrere lunghe distanze.
Lo stesso gruppo di ricerca sta progettando altri nano-robot capaci di nuotare all'interno delle cavità dell'organismo umano, come quelle della colonna vertebrale, del cuore o dei polmoni. L'obiettivo ancora più ambizioso, dicono i ricercatori, è però realizzare robot dalle dimensioni ancora più ridotte, così piccoli da poter risentire degli effetti della meccanica quantistica.

A proposito, vi piace la musichina natalizia che ho inserito...???

Fonte: www.corriere.it

12 dicembre 2005

Il saluto di Di Canio


Ancora politica nel calcio...tanto per cambiare.
Il nuovo saluto romano del calciatore della Lazio a Livorno rischia infatti di portare il capitano biancoazzurro in tribunale. «Questa sera davanti al consiglio della Comunitá ebraica di Roma chiederò di valutare l'ipotesi di adire le vie legali contro Paolo Di Canio. Se la Comunitá decidesse di non accettare questa proposta, potrei farlo a titolo personale o in qualitá di Presidente della Federazione Italia Maccabi». Questo il commento di Vittorio Pavoncello, Presidente della Federazione Italia Maccabi dopo il reiterato «saluto romano» di Paolo Di Canio ai suoi tifosi dopo la gara Livorno-Lazio di ieri. «Reiterato perché anche dopo il gol di domenica scorsa ha fatto la stessa cosa. Sta diventando un mito per i giovani, è un cattivo esempio. Il fatto, poi, che sia stato scelto come tedoforo per la Fiaccola Olimpica di Torino 2006 è una cosa che porta vergogna alla cittá di Roma».

Ma il saluto romano di Di Canio fa discutere anche il mondo politico. «Provo riprovazione, dissenso e disprezzo nei confronti di un giocatore che fa il saluto fascista verso una curva di cui conosce gli orientamenti politici. È un gesto volutamente provocatorio, che può determinare conseguenze pericolose». Così il presidente dei Comunisti Italiani, Armando Cossutta, commenta il saluto romano con cui ieri Di Canio si è rivolto verso la curva dei tifosi livornesi, notoriamente di sinistra. Cossutta chiede che il laziale venga punito, ricordando che il saluto fascista «è interdetto e proibito dalla nostra Costituzione».
La risposta di Di Canio, ovviamente, è stata la seguente:«Non ce la faccio a non salutare così: saluterò sempre come ho fatto ieri, perchè è un senso di appartenenza al mio popolo.»

Vorrei aggiungere una postilla, per rispondere alle dichiarazioni dell'onorevole Cossutta, dicendo che anche il saluto comunista, fino a prova contraria, dovrebbe essere vietato dato che il comunismo non è più presente, o almeno si spera...quindi anche il signor Lucarelli, giocatore del Livorno, non dovrebbe permettersi più di "alzare il pugno" verso i suoi tifosi. Meglio mettere le cose in chiaro perchè la legge è uguale per tutti, a prescindere dalla politica o meno...

Fonte: www.corriere.it

10 dicembre 2005

Due donne spose, ma erano moglie e marito


Bernardette e Joyce, una coppia di anziane signore inglesi, si sposerà nei prossimo giorni a Northampton grazie alla recente legge britannica sul matrimonio omosessuale. La particolarità è che erano già sposate, anzi, erano già marito e moglie da 38 anni quando Bernard portò Joyce all'altare. Nel 1991 Bernard si rese conto che la sua vera natura di donna doveva prendere il sopravvento e fece l'operazione per il cambio di sesso. Joyce era d'accordo e i due rimasero regolarmente sposati vivendo «come sorelle», ha raccontato al quotidiano «Sun». Ora la coppia ha voluto regolarizzare di nuovo la loro unione, ma ha dovuto brevemente
Joyce e Bernardette divorziare per mezz'ora nei giorni scorsi, in modo da consentire a Bernadette, 76 anni, di farsi fare un nuovo certificato di nascita nel quale si attesta che è una donna, e potersi quindi registrare per l'unione civile. Bernadette ha confessato che era da quando aveva 5 anni di età che aveva capito di essere donna e di averlo voluto diventare. «Ho aspettato questo momento per 71 anni. Oggi mi sono guardata allo specchio e ho detto sì, ce l'hai fatta. Quando ero piccolo uno psicologo disse ai miei genitori di 'fare di me un uomo', o sarei diventato omosessuale. Io ho sempre saputo che ero diverso, ma ho dovuto tenerlo nascosto, perché allora le cose erano diverse». Medico di professione, Bernadette è stato consulente scientifico del governo Thatcher. Quando era Bernard, sposò negli anni Sessanta Joyce, la vedova del suo migliore amico, e divenne il patrigno dei due figli di lei.

Quando si dice...l'amore non ha ostacoli...

Fonte: www.corriere.it

08 dicembre 2005

Festa dell'Immacolata Concezione


L’Immacolata Concezione di Maria è stata proclamata nel 1854, dal Papa Pio IX. Ma la storia della devozione per Maria Immacolata è molto più antica. Già i Padri della Chiesa d’Oriente, nell’esaltare la Madre di Dio, avevano avuto espressioni che la ponevano al di sopra del peccato originale. In Occidente, però, la teoria dell’immacolatezza trovò una forte resistenza, non per avversione alla Madonna, che restava la più sublime delle creature, ma per mantenere salda la dottrina della Rededenzione, operata soltanto in virtù del sacrificio di Gesù. Il francescano Giovanni Duns Scoto, riuscì a superare questo scoglio dottrinale con una sottile ma convincente distinzione. Dal 1476, la festa della Concezione di Maria venne introdotta nel Calendario romano. Sulle piazze d’Italia, predicatori celebri tessevano le lodi della Vergine immacolata: tra essi ricordiamo, San Leonardo da Porto Maurizio e San Bernardino da Siena. Nel 1830, la Vergine apparve a Santa Caterina Labouré, la quale diffuse poi una ‘’medaglia miracolosa’’ con l’immagine dell’Immacolata. Questa medaglia suscitò un’intensa devozione, e molti Vescovi chiesero a Roma la definizione di quel dogma che ormai era nel cuore di quasi tutti i cristiani. Così, l’8 dicembre 1854, Pio IX proclamava la ‘’donna vestita di sole’’ esente dal peccato originale, tutta pura, cioè Immacolata. Ma quattro mesi dopo, le apparizioni di Lourdes apparvero una prodigiosa conferma del dogma. Una conferma che sembrò un ringraziamento, per l’abbondanza di grazie che dal cuore dell’Immacolata piovvero sull’umanità.

Fonte: http://www.enrosadira.it/

07 dicembre 2005

La storia dei blog


“Blog” è la contrazione di due parole: web e log. In inglese, log significa “giornale di bordo”, mentre il verbo to log dà l’idea del registrare, del tenere traccia.
L’idea , inutile dirlo, è di un americano. Anzi: di una coppia di americani. Anzi: di due coniugi statunitensi. Meg ed Evan avvertivano il bisogno di coniugare due necessità. Da un lato il bisogno di comunicare; dall’altro, il bisogno di farlo senza difficoltà di natura tecnica. In realtà, l’idea è semplice… Pensiamo al nostro diario di quando eravamo adolescenti: spesso chiuso in un cassetto, quando ci viene una “ispirazione” lo tiravamo fuori e scrivevamo, di getto, quello che ci passava per la mente… Altrimenti verrebbe meno quella spontaneità che solo la scrittura automatica può garantire. Ecco! Il sistema ideato dai nostri Meg ed Evan consentiva proprio di mantenere anche sul web quella scrittura “di getto”, consentendoci di inviare al server, con pochi e semplici clic, quello che scriviamo. Va detto che lo scopo iniziale dei blog era quella di consentire ad un definito gruppo di lavoro, costituito da un’unità impegnate in uno spazio geografico ampio, di comunicare in tempi pressoché reali. Ma il progetto si è sviluppato molto al di là delle intenzioni iniziali. I weblog, le comunità sono diventate come i gruppi di amici che si ritrovano al bar, in cui tutti si conoscono, con le loro regole e i loro codici di comportamento. Quello dei blog è, in Italia, un fenomeno indubbiamente nuovo, ancora poco conosciuto e studiato. Ma pare realistico pensare che diventerà una nuova frontiera della comunicazione, soprattutto giovanile a motivo delle sue caratteristiche di spontaneità ed assoluta libertà.
Per realizzare un blog, come ho fatto io, basta andare su questo sito
http://www.blogger.com/start e seguire le istruzioni fornite passo passo.
E' importante anche sottolineare che nella gestione dei post sui nostri weblog può essere utile avere qualche conoscenza di base di HTML. Non occorre essere infatti creatori di pagine web per inserire un'immagine, un collegamento ipertestuale o per formattare un testo anche se il pannello di controllo del nostro blog non ci viene in soccorso. Per saperne di più, consiglio una visita del sito
http://www.html.it/ una vera miniera di informazioni, scritte anche per le persone assolutamente non addette ai lavori.
Per capire come scrivere i tag, cliccare qui.
Per formattare titoli, paragrafi, blocchi di testo e contenitori , cliccare qui.
Per scegliere lo stile (grassetto, corsivo, ...), cliccare qui.
Per scegliere il font del testo, cliccare qui.
Per scegliere il colore del testo, cliccare qui.
Per inserire link e collegamenti ipertestuali, cliccare qui.
Per inserire le immagini, cliccare qui.

Fonte: http://guide.supereva.com/ a cura di Simone Casadei

05 dicembre 2005

Attenzione al Phishing!!!


Vi ricordate il post del 14 luglio scorso(http://robby84.blogspot.com/2005_07_01_robby84_archive.html)... ecco un nuovo caso di phishing all’italiana.
Si informa che sta circolando una e-mail che promette di svelare alcuni retroscena su Paolo Vallesi tornato alla ribalta grazie alla trasmissione La Talpa. Il link riportato nel messaggio promette di accedere alle informazioni ma in realtà effettua l’installazione di un file denominato Gossip.exe nel pc del malcapitato. Si consiglia di fare molta attenzione all’e-mail ricevute ed eventualmente procedere con la loro eliminazione. Il programma Gossip.exe necessita di Windows per la propria esecuzione quindi risultano essere immuni pc con Linux e OS X(solita fregatura del Windows).
Riporto la pagina nel cui codice viene occultato il lancio di Gossip.exe: http://www.terzodesiderio.biz/scandalotalpa/gossipportal.htm

ATTENZIONE:NON APRITE LA PAGINA!!!

02 dicembre 2005

E' arrivata in Italia Xbox 360





















Post di oggi dedicato alla tecnologia...studio informatica, ogni tanto bisogna parlarne.
E' finalmente arrivata in Italia la nuova console di Microsoft, Xbox 360. Una macchina ambiziosa che punta a diventare qualcosa di più di un semplice giocattolo evoluto: l'ambizione è di essere il centro dei salotti digitali italiani, capace di gestire giochi, fotografie, film, video, televisione, musica e connessione ad Internet, tutto ad alta risoluzione video e con audio surround multicanale. Insieme alla console sono stati resi disponibili i primi tre titoli Microsoft: Perfect Dark Zero, Project Gotham Racing 3 e Kameo Elements of Power. «Con Xbox 360 offriamo nuove e inesplorate esperienze digitali», ha detto Marco Comastri, amministratore delegato di Microsoft Italia, presentando la console alla stampa. Due le versioni, che gli appassionati hanno già imparato a identificare: Xbox 360 Core System e l'edizione "lusso" Xbox 360, dotata di numerosi componenti e accessori aggiuntivi, vendibili anche separatamente per chi sceglie il modello "base". Molti di questi sono accessori per modo dire, visto che in loro assenza la capacità di Xbox come console e come macchina multimediale risulta drasticamente azzoppata. Nella versione «lusso» ci sono il disco rigido da 20 Gb (indispensabile per far girare anche i giochi della prima Xbox), il joypad wireless (nella versione base è con il filo), le cuffie, il cavo per componenti Hd-Av (che tv ad alta definizione), il telecomando multimediale (per vedere i Dvd) e le cover intercambiabili (per personalizzare la console). Facile pensare che molti sceglieranno la versione completa di accessori, anche perché l'acquisto separato porterebbe a un spesa ben maggiore (il solo hard disk costa 99.99 euro, il controller senza fili 44.99 €, le cuffie 19.99 €, il telecomando 29.99 e così via). Tra i punti di forza della nuova console c'è sicuramente Xbox Live, servizio di gaming e di comunità online già lanciato con la precedente versione di Xbox, ma che ora è parte integrante della strategia, in un momento in cui l'importanza del gioco online è sempre più evidente. Con tre diverse formule di abbonamento, gli utenti potranno chattare online, creare e condividere profili di giocatori, inviare e ricevere messaggi testuali e vocali (con le cuffie). Possibile anche accedere a Xbox Live Marketplace per ricercare nuovi contenuti, come demo di giochi e trailer.
Gente, non so se avete capito con cosa abbiamo a che fare, uno strumento potentissimo di alta tecnologia capace di soddisfare qualsiasi nostro desiderio...forse sto esagerando?!Vedremo...

Fonte:
www.corriere.it