30 settembre 2006

Notte Bianca a Campobasso


E’ quasi tutto pronto per la seconda edizione della Notte Bianca a Campobasso. In città fervono i preparativi. C’è grande entusiasmo di vivere per la seconda volta, si spera con condizioni meteorologiche migliori dello scorso anno, la ormai famosa e diffusa Notte Bianca. Nel calendario spiccano i nomi del dj, ex Grande Fratello, Filippo Nardi, del famoso gruppo blues Nine Below Zero e di due amatissimi cabarettisti di Zelig, Nando Timoteo e Perrone. Una lista ricca di appuntamenti, dunque, ed anche di iniziative tra le più diverse e personaggi di spicco nel mondo dello spettacolo e della cultura. Anche quest’ anno, come avevamo preannunciato, i commercianti saranno al centro della scena; oltre alle tante idee in programma per loro e per tutti i clienti di quella notte, essi saranno impegnati in un divertentissimo torneo interfederativo, in cui saranno suddivisi per categorie. Attesissimo è anche il concorso fotografico sulla Notte Bianca, aperto a tutti. Non mancheranno infine, come in ogni manifestazione che si rispetti, iniziative di solidarietà.
Spero di esserci, ma intanto aspetto la notte bianca ad Isernia, prevista per sabato prossimo...chissà...vedremo...

28 settembre 2006

"Incontro" Sgarbi-Mussolini...

Nel fuori onda di "La Pupa e il secchione" accade una lite furiosa tra Vittorio Sgarbi e Alessandra Mussolini....

Ecco il video in anteprima da "Striscia la notizia".

22 settembre 2006

Ingiustizie nel mondo del calcio...

Mi sto molto vergognando ultimamente di essere un grande tifoso di calcio e sapete il perchè?!
Come al solito la mia squadra del cuore (l'Inter, per chi non lo sappia) è stata per l'ennesima volta penalizzata dalla giustizia sportiva...

Nella scorsa giornata calcistica l'attacante della Fiorentina Luca Toni aveva rifilato una gomitata ad un difensore del Parma ed era stato espulso dall'arbitro Pieri. Ieri cosa è successo, che Toni è stato scagionato ed il giudice sportivo ha deciso di ribaltare la decisione dell'arbitro squalificando il difensore del Parma!
Fatto più grave, invece, quello successo a Patrick Vieira, centrocampista dell'Inter, il quale è stato squalificato per tre giornate dal Giudice Sportivo della Lega Calcio a seguito dell'espulsione di mercoledì sera allo stadio "Olimpico", nei minuti finali di Roma-Inter, e dopo l'esame del referto arbitrale. Alla giornata di squalifica, automaticamente conseguente al "rosso" per doppia ammonizione, ne sono state aggiunte due per - come recita il comunicato della Lega Calcio - "avere, al 48° del secondo tempo, all'atto dell'espulsione, rivolto al direttore di gara una frase ingiuriosa". Contro tale aggravamento della pena F.C. Internazionale preannuncia ricorso.

Vi sembra logico questo???
L'anno scorso Vieira, quando militava nella Juventus, ne dava di santa ragione, ma puntualmente veniva "benedetto", non si sa per quale motivo...anzi magari se chiedete a Moggi lui ne sa qualcosa..., dall'arbitro e graziato...
Quest'anno è arrivato nell'Inter, la squadra più bersagliata dagli arbitri, ormai posso permettermelo di dire, ed ogni fallo che commette viene ammonito se non addirittura esplulso!!!
Allora cari amici interisti e non è inutile che continuiamo a parlare di calciopoli, moggiopoli, ecc..., questa è un'associazione a delinquere che punisce determinate società, l'Inter in particolare, che purtroppo sono deboli e non riescono a farsi sentire e a dire la loro...
Secondo voi verrà accolto il ricorso dell'Inter e di conseguenza ridotte le giornate di squalifica a Vieira??? Secondo me, visti i precedenti, verranno incrementate...

16 settembre 2006

Assurdo...

Tradisce la sposa al pranzo di nozze sorpreso con il suo migliore amico.
L' aveva atteso all'altare, e subito dopo si era sentita giurare fedeltà per tutta la vita. Eppure, la promessa era destinata a non durare un minuto più del pranzo di nozze. Al momento del taglio della torta, infatti, ecco la sorpresa: il marito stava già infrangendo la sua promessa di fedeltà. E, nel bagno del salone del ricevimento, è stato sorpreso a fare l'amore con il suo migliore amico. E' accaduto a Como: la ventottenne di Varese viveva già da tre anni con il compagno di Lecco, 31 anni, in un piccolo paese verso l'hinterland Canturino. Per il pranzo di nozze avevano scelto un ristorante della Valtellina. Ottimo menu, vino squisito. Arriva il momento del tanto atteso taglio della torta, tutti attendono di brindare con gli sposi per augurare loro sempiterna felicità. La novella sposa va a farsi bella, ma sente dei sospiri provenire dalla toilette maschile. E' un attimo. Crede di riconoscere la voce di suo marito ed è già nell'altro bagno: l'uomo che le aveva appena messo l'anello al dito la stava già tradendo. E lo faceva, appunto, con l'amico pìù caro. Il seguito dell'infausta scoperta? Un putiferio degno di un plot cinematografico: la sposa fugge in lacrime, i due adulteri vengono fatti evacuare dal retro per evitare il linciaggio dei parenti della ragazza, arrivati appositamente dalla Sicilia per il grande evento. Di certo un outing spettacolare, quello dei due amanti travolti dall'irrefrenabile passione, perfetto, appunto, per un film inglese come In & Out.

11 settembre 2006

11 SETTEMBRE 2001...per non dimenticare...

09 settembre 2006

Aggiornamento foto...

Aggiornata la sezione "Galleria foto" con le foto dell'ultima rimpatriata di classe e del concerto di Caparezza...Buona visione!

07 settembre 2006

L'ultimo saluto a Giacinto Magno

“Ognuno deve lasciarsi qualche cosa dietro quando muore, diceva sempre mio nonno: un bimbo o un quadro o una casa o un muro eretto con le proprie mani o un paio di scarpe cucite da noi. O un giardino piantato col nostro sudore. Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato, in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo, e quando la gente guarderà l’albero, o il fiore che abbiamo piantato, noi saremo là. Non ha importanza quello che si fa, diceva mio nonno, purché si cambi qualche cosa da ciò che era prima in qualcos’altro che porti poi la nostra impronta. La differenza tra l’uomo che si limita a tosare un prato e un vero giardiniere, sta nel tocco, diceva. Quello che sega il fieno poteva anche non esserci stato, sul quel prato; ma il vero giardiniere vi resterà per tutta una vita”.

Da ‘Fahrenheit 451’ di Ray Bradbury








05 settembre 2006

Lettera di Moratti al grande Cipe...


Caro Cipe,
non sono riuscito a dirti quello che volevo, per paura di farti capire che il tempo era inesorabile e la malattia terribile.
Scusami, ma credo che ti debba ringraziare soprattutto per la pazienza che hai sempre avuto con me.
Per i tuoi occhi che sorridevano, fino alla fine, ai miei entusiasmi o all’ironia con cui cercavo di superare insieme a te momenti difficili.
Pochi giorni fa, pochissimi, mi parlavi con un filo di voce - e con l’espressione di chi ti vuole bene - dell’Inter, proiettando il tuo pensiero in un futuro che andava oltre le nostre povere, ignoranti, possibilità umane.
Qualche mese fa ti chiedevo un po’ scherzando un po’ sul serio come mai non riuscivamo ad avere un arbitro amico, tanto da sentirci almeno una volta protetti, e tu, con uno sguardo fra il dolce e il severo, mi rispondesti che questa cosa non potevo chiedertela, non ne eri capace.
Fantastico. Non ne era capace la tua grande dignità, non ne era capace la tua naturale onestà, la sportività intatta dal primo giorno che entrasti nell’Inter, con Herrera che ti chiamò Cipelletti, sbagliandosi, e da allora, tutti noi ti chiamiamo Cipe. Dolce, intelligente, coraggioso, riservato, lontano da ogni reazione volgare.
Grazie ancora di aver onorato l’Inter, e con lei tutti noi.

Massimo Moratti

04 settembre 2006

Ciao Presidente...



Giacinto Facchetti ci ha lasciato troppo velocemente per non confondere, in questi attimi, il dolore e la rabbia, il senso d’ingiustizia e la preghiera. Ci ha lasciato dopo aver giocato, con determinazione e stile, l’ultima partita. Spinto nel campo del dolore da un destino nascosto, improvviso, bastardo.L’atleta, nella testa e non solo nel fisico, nella morale e nei riti di una vita quotidiana all’insegna della lealtà e dello sport, ha lasciato il posto all’uomo di 64 anni sorpreso, colpito, ferito, ma non vinto. Ha stretto i denti, ha combattuto sorretto dall’affetto dei suoi cari, di Massimo Moratti, di tutta l’Inter e di tutti gli interisti, mai abbandonato dal campionato infinito di amici che aveva, che ha, che lascia attoniti, storditi, in Italia e nel mondo.Oggi ci ha lasciati il diciannovesimo presidente della storia dell’Inter, il campione nerazzurro e azzurro indimenticato e indimenticabile, il dirigente italiano stimatissimo in Fifa e Uefa, il marito, il padre, il nonno, l’amico.Oggi ci ha lasciato Giacinto Facchetti, una persona per bene.

F.C. Internazionale

È successo tutto in un maledettissimo giorno uguale a tanti altri. Un giorno senza segnali, senza avvertimenti, un giorno col cielo al suo posto, e non c’era modo di capire che un attimo dopo, si sarebbe capovolto. Quanto ci mettono a dirti che il tempo ti si è ristretto e non hai più garanzie? Pochissimo. Per Giacinto Facchetti, quel giorno era stato fino a quel momento normale. Poi è seguito il silenzio. Lo chiedeva lui, anzi lo chiedeva quella famiglia così incredibilmente bella e unita che aveva intorno, con lui faceva un tutt’uno, erano qualcosa di raro, i Facchetti, tutti avremmo voluto una piccola parte in una famiglia così. Adesso, anche a loro, resta questo. Le immagini di un ragazzo diventato uomo correndo dietro a un pallone, e rimane una grande lezione di vita, perché era un uomo pacato capace di grandi slanci, corretto fino all’inverosimile, per cui nemico acerrimo di tutte le slealtà, fortissimo, integro, figlio della provincia ma abituato a sedersi a qualsiasi tavola. Era un uomo da re e da operai. Era un amico leggendario. Era un eroe da romanzo, Arpino lo sapeva bene. Un romanzo di vita, di classe, di essenzialità.La prima cosa che faceva dopo le partite, era chiamare casa, i suoi figli, e Massimo Moratti. Troppe volte, quando qualcuno scompare, di lui si cercano le solo cose buone.Il fatto è che di Giacinto Facchetti puoi dire solo quelle, che di cose cattive non ne trovi. Le malattie sono bastarde. Colpiscono a caso, non interessa se uno è stato buono, cattivo, perfido. Se lascia molto amore o poco. Giacinto lascia senz’altro molto amore, e quindi un infinito dolore, dietro di sé. Ma forse è sempre così. Una cosa è la conseguenza dell’altra. Vengono in mente tante cose. Quando raccontava di suo nonno che aveva l’Unità in tasca, e quando invece parlava del suo oratorio, dove giocava da piccolo. L’attenzione affettuosa, mai abbandonata, con cui si riferiva a Helenio Herrera. I diari del Mago li aveva tenuti lui. L’amicizia profonda, nata che erano due ragazzi, che lo ha legato a Massimo Moratti. Fino all’ultimo, uno c’è stato per l’altro, e l’altro c’era. Credendo in un miracolo, perchè tutti ci abiamo creduto. Se c’era un uomo che se lo meritava, quello era Giacinto Facchetti. Ed era talmente forte, talmente integro, che a volte il miracolo sembrava arrivare.La rabbia che lo prendeva quando capiva che ci stavano fregando, e lo facevano da tanto, troppo tempo. La fretta con cui si alzava da tavola, negli alberghi, se c’era una partita in televisione. La chiarezza con cui inquadrava caratterialmente un giocatore. Il suo odio per il fumo, su questo era intransigente. La gentilezza con cui parlava. La lettera che scrisse alla sorella di George Best, lo scorso anno, in ricordo di un campione diversissimo da lui, ma che aveva sempre stimato. E la dignità con cui passò oltre la scomparsa della propria sorella, cancro, anche lei, e invece la felicità del suo primo giorno da nonno. La fermezza che aveva. I suoi occhi, così chiari. L’amicizia che dava e che ci si trovava a dargli. Lunghe ore a parlare, a valutare, a raccontarsi. Storie di calcio e di vita, giorni buoni e cattivi, una tale infinità di giorni insieme da pensare che non sarebbero finiti mai. E poi, mai così. Fino a quel giorno in cui ci ha chiesto silenzio e tutti abbiamo obbedito, stando ad aspettare un miracolo. Quando le cose finiscono, ti chiedi dove vada a finire tutto questo, se in cielo, in un’altra dimensione o in niente. Certo, ti resta nel cuore. Ma in questo momento, per tanti di noi è un cuore spezzato. È andato a pezzi in un giorno maledettamente uguale a tanti altri. Senza segnali, senza avvertimenti, col cielo che se ne stava come sempre al suo posto. Si è capovolto all’improvviso.

Susanna Wermelinger

Ciao mitico e grande Presidente, ma soprattutto uomo di lealtà e sportività, tutto il popolo interista ti saluta, ci mancherai, ma rimarrai sempre nei nostri cuori!!!
Ciao...

Aggiornamenti...

Scusate per i pochi aggiornamenti nell'ultimo periodo, ma ho avuto un pò di impegni.
Prossimamente le foto della rimpatriata di classe e del concerto di Caparezza alla Festa dell'Unità...