28 novembre 2005

Riprende il processo a Saddam, il raìs in aula



Quasi una telenovela l'arrivo in aula di Saddam Hussein, il cui processo è ripreso nella superblindata Zona Verde di Bagdad, fronte al Tribunale speciale iracheno (Tsi). Il collegio di difesa del deposto dittatore aveva annunciato a sorpresa il boicottaggio dell'udienza, ma l'ex raìs si è presentato regolarmente in aula insieme ai coimputati per la la strage di sciiti del 1982 a Dujail. L'udienza è inziata alle 12.17 (ora locale), alla presenza di tutti gli imputati, Saddam e altri sette ex gerarchi, e i loro difensori, poco dopo che nella Zona verde era risuonato un colpo di mortaio. Presente anche l'ex ministro americano della Giustizia Ramsey Clark, in qualitá di consigliere giuridico internazionale del collegio di difesa. Le immagini televisive hanno mostrato Saddam con un completo scuro e camicia bianca, ma senza cravatta.
«Quest'aula è una sede dell'occupazione militare», ha accusato Saddam Hussein alla ripresa del processo. Subito, l'ex dittatore ha avuto un acceso confronto con il giudice che presiede la corte, Rizgar Mohammed Amin, per essere stato costretto a fare quattro rampe di scale a piedi, in manette e con le catene, scortato da «guardie straniere». Saddam è stato costretto a fare le scale perché l'ascensore era rotto. Alla risposta del giudice, che avrebbe dato disposizioni perché quanto accaduto oggi non si ripeta nelle prossime udienze, Saddam è scattato dicendo: «Tu non devi dirglielo. Tu devi ordinarglielo. Tu sei un iracheno, loro sono conquistatori e occupanti».
Il processo era stato sospeso per cinque settimane dopo la prima udienza del 19 ottobre, dopo sole tre ore di dibattito per per dare tempo alla difesa di prepararsi. Saddam aveva anche messo in discussione la legittimità della corte che deve giudicarlo. In ogni caso, sul percorso del processo incombono le prossime elezioni parlamentari, che si svolgeranno il 15 dicembre.
Saddam è stato trasferito dalla prigione allestita dalle forze Usa vicino all'aeroporto internazionale di Bagdad e dove avrebbe incontrato il Consigliere per la sicurezza nazionale del governo iracheno, Muwafaw Al Rubaie. Prima di Saddam è arrivato l'avvocato Khalil Dulaimi. In precedenza, con una mossa a sorpresa, il collegio di difesa del deposto dittatore aveva deciso di boicottare il processo, secondo quanto dichiarato da uno degli avvocati del collegio di difesa, Majid al-Hallul, in un'intervista alla tv satellitare araba Al Jazira. Forse un estremo tentativo, poi rientrato perché smentito dai fatti, dei legali dell'ex dittatore di ottenere un altro aggiornamento di tre mesi dell'udienza.
Nell'udienza faranno la loro comparsa in aula, per la prima volta, i testimoni. Dopo l'assassinio di alcuni avvocati della difesa, un complotto per uccidere il capo degli investigatori e le minacce contro i testimoni, le misure di sicurezza adottate sono draconiane. Alcuni dei teste parleranno protetti da separé di sicurezza. Saranno circa 50 i testimoni che sfileranno davanti ai giudici.
Secondo i suoi ex oppositori, Saddam è responsabile di aver ordinato omicidi di massa e di aver consentito un ampio ricorso alla tortura per decenni, ma nel processo attuale l'ex presidente è accusato solo di un caso specifico, la morte di 148 giovani sciiti nella cittadina di Dujail, a nord di Bagdad, dopo il tentato attentato contro il rais nel luglio 1982.

Fonte: www.corriere.it

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