Uccide il suo bimbo, poi si getta nel vuoto

MERANO (BOLZANO) - A Merano un bambino di quattro anni è stato ucciso a coltellate. E' stata la madre a togliergli la vita. Christina Rainer, 39 anni, ha già rivelato la verità sull'omicidio agli investigatori che si stanno occupando del caso. «È stato un momento di black out», ha detto la donna, che - trovata in stato di choc -, parlava come in trance, esprimendosi a monosillabi. Nel pomeriggio la tragedia ha avuto un secondo, drammatico, atto: Christine Rainer ha tentato il suicidio, lanciandosi da una finestra del secondo piano da un'altezza di otto metri. Le sue condizioni sono disperate.
Agli inquirenti giunti sul luogo del delitto la scena si presentava con un aspetto che il procuratore Cuno Tarfusser ha definito «inimaginabile ed aggiacciante». Il piccolo giaceva supino in una pozza di sangue nella cucina dell'appartamento delle case popolari. Il bambino era già vestito e sul tavolo c'erano ancora i resti della prima colazione con un panino con la marmellata appena sbocconcellato. Sulla base degli elementi che gli inquirenti hanno raccolto e sulla base anche delle spontanee dichiarazioni rese dalla donna, Tarfusser ha detto che «è logico» che a compiere il delitto sia stata lei.
Una prima ammissione, del resto, c'era stata già pochi minuti dopo il delitto quando la madre ha telefonato al 118 chiedendo soccorsi. Per avere a disposizione il maggior numero di elementi possibili, ora la polizia scientifica è al lavoro all'interno dell'appartamento con una speciale apparecchiatura che traccia una registrazione tridimensionale della scena del delitto. Solo successivamente si procederà ad una perquisizione con il metodo classico ed all'esame di alcuni coltelli che si trovano in cucina, uno dei quali dovrebbe essere l'arma usata per uccidere il piccolo, con una decina di coltellate vibrate al collo e all'addome. Intanto si affaccia anche una prima ipotesi su quanto potrebbe essere all'origine del fatto di sangue. Come ha detto il marito agli inquirenti, la donna soffriva da tempo di disturbi psichici, per i quali sarebbe stata anche seguita da un centro di igiene mentale.
Sette le coltellate, di cui una mortale alla carotide che ha tolto la vita al piccolo Julian. «È stata lei, la madre, a chiamare il 118 - hanno riferito dal commissariato di Merano - E a dire in tedesco "Ho ucciso una persona". Quando siamo arrivati nell'appartamento abbiamo trovato il corpo del piccolo a terra in posizione supina immerso in una pozza di sangue. Aveva le braccia allargate e le gambe distese. Il fratello maggiore, di 5 anni, era rannicchiato su un divano, terrorizzato e non parlava».
Il marito della donna è un un tecnico dell'Azienda energetica Meranese e al momento del delitto si trovava al lavoro. La coppia ha anche una figlia, più piccola dei fratelli, che non era in casa perché aveva trascorso la notte nell'abitazione di una zia. Il dramma si è consumato in un appartamento di via Wolkenstein, nei pressi dell'ippodromo di Maia.
Fonte: www.corriere.it
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