Prodi ha vinto...Berlusconi ribatte!
Romano Prodi esce da trionfatore in una domenica di adrenalina, rivincita e orgoglio per l'Unione che ha scelto a furor di popolo il leader che correrà alle politiche del 2006. «La democrazia ha già vinto», esulta a metà pomeriggio il Professore quando già può toccare con mano «la partecipazione da sogno», le code di elettori ai seggi che si prolungano fino a sera inoltrata, le schede esaurite che costringono gli scrutatori-volontari a mettere mano alla fotocopiatrice. «Qualcosa di straordinario è accaduto. Mai niente di simile in Europa. Siamo andati oltre ogni sogno. Confesso sono euforico», sorride Prodi assediato dalle troupe televisive. «Lavorerò per un nuovo Ulivo. L'inequivocabile risposta che dobbiamo dare è unità, io lavorerò per un vero Ulivo e una grande Unione», annuncia. Bertinotti lo stoppa subito. Liste dell'Unione alla Camera e al Senato? E' escluso. «È ragionevole - spiega il segretario del Prc - che siano rappresentati l'Unione e il pluralismo dell'Unione che non è una caserma, come la Cdl, dove tutto si riduce ad uno». Anche lo Sdi non cambia idea: alle politiche i socialisti di Boselli andranno con una lista insieme ai socialisti del Nuovo Psi e ai Radicali. Rutelli, colui che ha già affossato la lista uniti nell'Ulivo, preferisce glissare: «Al dopo penseremo dopo».
Berlusconi non si tira indietro:«Prodi ha un solo modo per vincere le elezioni: far votare solo quelli della sinistra, proprio come ha fatto oggi». Il dileggio del premier sulle primarie arriva a metà sera. Quando l'Unione al completo ha parlato di «giornata storica» per la democrazia e dopo che un entusiasta Prodi ha letto dietro l'affluenza record alle urne il segnale inequivocabile che gli italiani «vogliono mandare a casa» l'attuale inquilino di Palazzo Chigi che reagisce con una nota vergata di suo pugno e intrisa di sarcasmo. Quanto basta per provocare la contro-replica, altrettanto urticante, del Professore. «Ma stia zitto Berlusconi, non ne ha avuto abbastanza oggi?».
Nel resto della Cdl, pur con accenti diversi, si definisce il voto né più né meno che «una sceneggiata», secondo la sintesi di Isabella Bertolinidi Forza Italia. «Le primarie sono una sciocchezza» anche per il ministro per l'Ambiente Altero Matteoli. Più sfumato Sandro Bondi, coordinatore nazionale di Fi, secondo il quale «bisogna avere rispetto della passione politica e civile di quei cittadini che hanno partecipato alle cosiddette primarie, che tuttavia restano un espediente inutile e scontato».
Fonte: www.corriere.it
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