26 gennaio 2006

Dio ci salvi dalle maggioranze popolari

La storia, quella vera, non si cura delle masse e dei loro clamori, ma si occupa solo dei grandi uomini che, nel corso della loro vita, ne hanno segnato il corso.
Oggi ci ricordiamo di Napoleone Bonaparte, e non certo dei milioni di soldati morti nelle sue battaglie. Ci riferiamo a Mussolini ed a Hitler quando pensiamo all'asse Roma-Berlino che condusse alla seconda guerra mondiale, e non ai 50 milioni di morti che quella guerra generò.
Le masse diventano numeri, statistiche, cadaveri sui campi di battaglie e, quasi, nient'altro. Cartesio, il grande matematico e filosofo francese del diciassettesimo secolo, usava dire: "è molto più probabile che la verità sia scoperta dai pochi, piuttosto che dai molti". Le grandi scoperte, difatti, sono sempre state opera di singoli scienziati, e mai di masse organizzate e volenterose che si erano impegnate a scoprire l'ignoto.
Anzi, tutta la storia dell'umanità è li a dimostrare che, quando una maggioranza di persone si muove in una certa direzione, è straordinariamente probabile che quella sia la direzione sbagliata.
Con questa premessa, la domanda da porsi è: come si può consentire il voto "democratico" della maggioranza degli elettori se, con grande probabilità, quel voto eleggerà le persone sbagliate?
E più si estende il diritto al voto (voglio dire: più gente vi partecipa) e maggiormente nefasta sarà la conseguente scelta dei candidati. In altre parole: più gente vota e più incompetenti (e ladri) andranno al governo. Ancora una volta, non è un'opinione, è matematica. Se, dunque, si volessero eleggere le persone migliori (o le meno peggio) bisognerebbe limitare il diritto al voto a una parte (selezionata) di cittadini; e più si selezionano gli elettori e migliori saranno gli eletti.
Se si fanno votare solo gli scimuniti, è molto probabile che saranno eletti degli scimuniti. Se si fanno votare solo i geometri, si eleggeranno (molto probabilmente) dei geometri; e saranno, invece, eletti degli ingegneri se a votare saranno solo gli ingegneri. In pratica: gli elettori scelgono quelli che più gli rassomigliano.Se si fanno votare tutti i cittadini, la media degli eletti, sarà necessariamente uguale alla media degli elettori (e media, inutile dirlo, è sinonimo di "mediocre"). Se si fanno votare, invece, solo persone oneste, capaci ed intelligenti, questi eleggeranno (quasi certamente) candidati onesti, capaci ed intelligenti. Secondo voi, non sarebbero meglio quelli eletti da quei pochi onesti capaci ed intelligenti, anziché questi corrotti, incapaci e mediocri che abbiamo adesso, eletti a maggioranza popolare? Se abbandonate per un solo istante l'ipocrita concezione del diritto al voto per tutti (anche per quelli manifestamente incapaci, ladri o, più semplicemente, stupidi), vi accorgerete, credo, che far votare solo i migliori, condurrebbe inevitabilmente ad una società migliore.Platone, 2500 anni, fa ne era assolutamente certo.
E Platone non era certo uno scimunito.

Fonte:
www.borsari.it

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