19 settembre 2005

«Matrimoni gay? No alla linea Zapatero»


ROMA - Dopo le polemiche che hanno agitato il centrosinistra, Romano Prodi torna a farsi sentire sul destino delle famiglie e delle coppie di fatto. Lo fa con una lettera pubblicata su Famiglia cristiana, nella quale la chiusura è abbastanza netta sui matrimoni gay. «Non ho mai sostenuto l'opportunità e la possibilità di matrimoni tra persone dello stesso sesso, né è mia intenzione proporre provvedimenti che mettano minimamente in discussione la famiglia», spiega.

NO ALLA LINEA ZAPATERO - E sulle unioni gay il Professore precisa ancora: «In tempi non sospetti ho pubblicamente dichiarato che ero contrario al loro riconoscimento nella forma del matrimonio e dell'unione coniugale. Nelle sedi nazionali e internazionali mi sono espresso pubblicamente perché si seguisse una linea diversa da quella seguita da Zapatero in Spagna. Questo non significa che anche nei casi di unioni tra persone dello stesso sesso non vi siano ingiustizie da sanare, affinché si abbia un completo rispetto delle scelte individuali che non possono essere socialmente discriminate».

FAMIGLIA E COPPIE DI FATTO - Nella missiva al settimale cattolico, il leader dell'Unione torna poi sulla proposta, criticata da Rutelli, di dar vita a dei Patti di solidarietà sociale (Pacs), per lamentare il fatto che gli siano state attribuite «posizioni non corrispondenti al mio pensiero e che ho giudicato offensive». «Ho sempre ritenuto che la famiglia fosse la prima più originaria e fondamentale comunitá naturale. E ciò si accorda con lo spirito attuale della nostra Costituzione repubblicana», argomenta il Professore. Che aggiunge: «Oggi lo sviluppo di nuovi modelli familiari e di nuovi modelli di convivenza, in particolare le unioni di fatto, ma anche le unionitra persone dello stesso sesso, interpella il legislatore, stretto tra l'esigenza di difendere e promuovere l'istituto familiare e la necessitá di fare i conti con tali trasformazioni e con i nuovi bisogni che da esse derivano. Nessuno vuole e può, non io certamente, conformare i nuovi modelli di convivenza all'istituto familiare».

Che ne pensate voi? Io sono d'accordo con il "Professore".

Fonte: www.corriere.it

1 Commenti:

Alle mercoledì, settembre 21, 2005 10:56:00 AM , Blogger F. Paventi ha detto...

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